Cresce la produzione viticola campana ma cresce anche il costo della produzione del vino. Il rapporto di Coldiretti Campania

La ripresa post-pandemica dell’economia passa anche per il vino e la condizione viticola campana promette bene. Il rapporto che emerge dai dati raccolti da Ismea, Assoenologi e Uiv e ripresi da Coldiretti Campania, infatti, fanno prevedere un aumento della produzione pari al 4% in più rispetto a quanto normalmente si produce in questo periodo. Complici, sicuramente, le condizioni climatiche dello scorso inverno, caratterizzato da temperature di tre, quattro gradi superiori alle media, con un aumento di calore intervallato da pochi giorni di pioggia. Ciò ha fatto sì che le grandi filiere viticole campane non risentissero troppo degli sbalzi termini stagionali, creando le condizioni favorevoli per una feconda produzione di uva. Ma se da un lato la produzione vinicola gode di un ottimo momento, dall’altro è inevitabile fare i conti con gli aumenti che stanno interessando tutte le categorie della filiera produttiva del mercato. Il presidente di Coldiretti Campania, Gennaro Masiello, ha, infatti, posto l’accento sull’esplosione dei costi di produzione che possono arrivare a toccare anche il 35% in più. “L’aumento della produttività è sicuramento un dato positivo, ma non dobbiamo dimenticare che c’è ancora tanta strada da fare per la creazione di valore. L’aumento dei pressi ha rappresentato un colpo pesante che non può essere scaricato verso il basso, con il conto tutto sulle spalle dei viticoltori. C’è bisogno di un lavoro intenso sulla crescita dei vini campani sul mercato nazionale ed estero, così come occorre investire in nuove tecnologie, sulla transizione ecologica e sul contrasto ai cambiamenti climatici. Per fare questo dobbiamo spingere sulla cooperazione e sulle filiere.”

 

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