Favoreggiamento di attività camorristiche e reati fiscali, finiscono in carcere due salernitani

Favoreggiamento di attività camorristiche. E’ questo il filone di inchiesta salernitano che ha portato una donna e un uomo del posto ad essere condotti, in via cautelare, in carcere e un’altra agli arresti domiciliari, su disposizione del GIP del Tribunale di Salerno che ha ritenuto sussistente, in capo ai prevenuti, la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza e dell’aggravante mafiosa. Gli indagati sono accusati di omessa dichiarazione dei redditi e emissione di fatture per operazioni inesistenti, riferite a due società cartiere del salernitano che operavano nel settore della commercializzazione di carburante e rientranti, secondo la prospettazione accusatoria, nel più ampio sistema fraudolento su cui si sta indagando a livello nazionale.

Le vicende oggetto di questo procedimento sono direttamente connesse ad un altro processo che si è celebrato nel Tribunale di Roma e, al termine del quale, le due donne sono state condannate rispettivamente a 13 anni e 2 mesi di reclusione una e 9 anni e 4 mesi di reclusione l’altra, sempre per condotte commesse con la finalità di agevolare attività camorristiche.

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