Allarme femminicidi in Campania: l’analisi del Centro Antiviolenza Anna Borsa

Si avvicina la giornata internazionale contro la violenza sulle donne e, ancora una volta, il salernitano è stato scosso da due notizie di cronaca che hanno avuto, come protagoniste, due donne. Una è morta per mano dell’ex marito che l’ha accoltellata, per poi andare a suicidarsi sul cavalcavia dell’autostrada, nella realizzazione di quella gestualità plateale che, nello scenario collettivo, finisce quasi per mettere in ombra la morte della donna e l’altra in lotta per la vita, al Cardarelli di Napoli, a causa delle gravi ustioni provocategli dal marito che le ha gettato liquido infiammabile sul corpo e le ha dato fuoco. E mentre le indagini delle forze dell’ordine proseguono per accertare la premeditazione di questi gesti violenti, è evidente che il percorso di eliminazione della violenza di genere si presenta ancora lungo e tortuoso, costretto nelle maglie di quegli stereotipi di genere che portano a considerare la donna ad appannaggio esclusivo e discrezionale dell’uomo. Un lavoro importante viene portato avanti dai Centri Antiviolenza presenti sul territorio. Nel Vallo di Diano è pienamente operativo il Cav Aretusa mentre a Salerno e Pontecagnano sono attivi il Cav Leucosia e il Cav Anna Borsa (quest’ultimo intitolato alla giovane ragazza uccisa dal suo ex fidanzato solo qualche mese fa), tutti gestiti dall’Associazione Differenza Donna. I numeri che interessano tutta la Campania sono sconcertanti con 7 femminicidi commessi solo nel 2022 e innumerevoli tentativi di femminicidi rimasti incompiuti. Un segnale allarmante che rispecchia la considerazione che della violenza maschile ancora si ha all’interno della società, ancorata all’idea di una fisicità che, in molti casi, è addirittura assente e sostituita da altrettanti gravi forme di violenza, come quella psicologica o economica e che si manifestano in manie di controllo mascherate da abitudini familiari.