Raffaele Arteca originario di Padula presenta i suoi due primi brani

“Siamo tutti fratelli” è il primo singolo di Raffaele Arteca originario di Padula.
Questo primo brano nasce il 4 febbraio, in occasione della giornata mondiale della fratellanza proprio per sottolineare quanto sia importante vivere da fratelli come spesso il Papa ci ricorda, e come anche altri uomini e donne nella storia hanno testimoniato.
Il testo nasce prima dello scoppio della guerra in Ucraina, ed esce il19 luglio alle ore 16.59, giorno e ora dell’uccisione del giudice Borsellino e della sua scorta per mano della mafia. “Questo brano vuol essere un omaggio a quegli uomini e quelle donne che hanno dato la loro vita per un mondo più fraterno e solidale. Ad oggi questo brano, dietro questo terribile evento, assume un significato forte ed importante.”
“Dobbiamo impegnarci a vivere da fratelli non come Caino e Abele però ma da fratelli che si amano e lavorano insieme per il bene comune nonostante le diversità di pensiero, di pelle, di religione e di nazionalità.” – afferma l’autore.
Il secondo brano invece s’intitola “Ti aspetto sempre qua”, e l’autore l’ha scritta mentre si trovava a Parigi lo scorso novembre, di ritorno da un viaggio nella capitale francese e duettato insieme ad Antonia Casale.
Questo brano viene descritto come una denuncia alla violenza sulle donne e una carezza per chi ha subito violenza e chi ha perso una persona cara per mano di un uomo violento.
“L’amore non è mai possessione e ossessione ma libertà e condivisione questo voglio dire con questo brano e quindi dire alle donne di denunciare quando si accorgono di vivere in una gabbia di sopraffazione perché sicuramente non è amore. – scrive Arteca.
Com’è nata la passione per la musica
La musica fa parte della vita di Raffaele sin da piccolo. Infatti, gironzolava sempre con un foglio e una penna per abbozzare canzoni.
“La mia passione per la musica nasce dal fatto che vivendo in campagna e quindi stando spesso più in solitudine e non avendo all’epoca i videogiochi per impiegare il tempo inventavo canzoni e poi non mi sono fermato più anche se per pubblicare il mio primo singolo sono arrivato all’età di 30 anni ma come si dice non è mai troppo tardi.
Sempre credere ai sogni senza arrendersi mai.
All’età di 12 anni ha imparato a suonare anche la “zampogna” strumento tipico soprattutto del periodo natalizio, perché tradizione di famiglia: “il mio bisnonno era zampognaro. Da più di un secolo lo siamo come famiglia.”
“Questo mi ha permesso di esibirmi anche in pubblico in diverse località e per varie occasioni sia per le festività di paese ma anche quando si è organizzato nel periodo natalizio il presepe vivente. Inoltre, in adolescenza, ho studiato anche batteria per un anno e con degli amici per qualche tempo abbiamo avuto anche una band musicale.
Da piccoli invece con alcuni miei cugini avevamo costruito una batteria con secchi, pentole e coperchi e spesso passavamo pomeriggi a fare esibizioni sognando grandi palchi, insomma la musica fa parte della mia vita e sono felice di riuscire, attraverso le mie canzoni, a lanciare dei messaggi importanti” – conclude Raffaele.
Come vedete Padula non ha solo dei mediocri notabili, ma ha anche bravi musicisti.