Punti nascita. Iannone: “La Regione chieda la deroga. Siamo ancora in tempo, ma De Luca non vuole responsabilità”

Il senatore di Fratelli d’Italia, Antonio Iannone, è chiaro in merito ai punti nascita che rischiano di chiudere in ben 4 ospedali della provincia di Salerno. “La Regione Campania può e deve chiedere la deroga, lo prevede il Decreto Balduzzi. Ma la verità, è che De Luca non vuole prendersi alcuna responsabilità in merito”.  Iannone, inoltre, aggiunge, in merito al documento inviato dalla Regione Campania al Ministero della Salute. “De Luca non può mandare una lettera al Ministero  nella quale chiede a quando? Mica siamo al mercato” chiosa ancora il senatore di FdI.

 

Intanto sulla questione punti nascita interviene nuovamente anche Imma Vietri, deputato di Fratelli d’Italia e capogruppo della commissione Affari Sociali alla Camera che con una nota stampa annuncia di aver “presentato una risoluzione in commissione Affari Sociali in merito alla distribuzione dei punti nascita sulla penisola. Molte strutture stanno purtroppo drammaticamente chiudendo, soprattutto al Sud Italia. Nella provincia di Salerno, per esempio, rischiano di chiudere i punti nascita di Polla, Sapri, Sarno e Vallo della Lucania, con la grave conseguenza non solo di andare ad intasare gli altri ospedali del territorio – già in affanno per la permanente carenza di personale – ma soprattutto di mettere maggiormente a rischio la salute e finanche la vita delle partorienti e dei loro figli”. Secondo le attuali linee guida, devono essere, previa specifica deroga, almeno 500 i parti annui per il mantenimento di un punto nascita: è evidente che questo dato è totalmente inappropriato, soprattutto alla luce della crisi demografica in corso in Italia. Con questa risoluzione – aggiunge Vietri – chiediamo dunque al Governo di aggiornare gli standard circa la distribuzione dei punti di nascita e considerare protocolli di sicurezza per offrire alti livelli anche per tutte quelle strutture con volumi di attività inferiori ai 500 parti. I punti nascita più piccoli sono infatti indispensabili per garantire, anche in aree più periferiche, di montagna o nelle isole, un servizio efficiente e adeguato per le donne e i loro bebè”, conclude Vietri.

 

 

 

 

 

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Una risposta

  1. francesco auleta ha detto:

    Nonostante siano dello stesso partito, sembrerebbe che l’uno non sappia quello che dice l’altra!

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