I ritardi della rete oncologica a Salerno. Il presidente D’Angelo risponde al tribunale per i diritti del malato

foto Massimo Pica

Il Presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Salerno dottor Giovanni D’Angelo, ha inviato la risposta alla lettera aperta del Tribunale per i Diritti del Malato, Cittadinanza Attiva e Medicina Democratica del 22 maggio scorso.

“È da lungo tempo – si legge nella lettera – (oltre otto anni), che, nonostante nostre sollecitazioni e di molte altre istituzioni, quale il Tribunale dei Diritti del Malato di Salerno, nessun segnale di buona volontà è stato messo in atto per la ripresa del “registro dei Tumori” della nostra provincia. Ritengo inutile ricordare l’importanza di questo registro, che rappresentava un motivo di orgoglio per la nostra sanità provinciale, uno dei primi a essere attuato insieme a quello di Modena e Reggio Emilia, a partire dal 2000-2001 su impegno della Presidenza.”

“Negli anni successivi – continua – il registro passò sotto il controllo della Regione per arrestarsi nella raccolta dati nel 2016. Eppure motivazioni epidemiologiche, ambientali, sanitarie, riconosciute in varie parti d’Italia, impongono la ripresa di questo importante database da inserire nella rete dei tumori, da poco messa in atto, con evidenti risultati positivi per gli ammalati tumorali e per la prevenzione sul territorio.”

“Diversa è la problematica ultradecennale sulle Fonderie Pisano per quanto attiene l’inquinamento delle acque dei fiumi e possibili conseguenti effetti negativi sulla salute dei cittadini salernitani, problematica che ha visto negli anni dibattere esperti e Istituzioni preposte alla vigilanza e prevenzione di patologie collegabili alla discarica dei rifiuti con incremento possibile in primis di neoplasie.”

“I dati – continua ancora – prodotti insieme alle numerose e contrastanti perizie, non hanno consentito a tutt’oggi di formulare un quadro di responsabilità precisa e la soluzione di dislocazione in paesi della nostra provincia della Fonderia è per ora solamente una ipotesi, priva di una motivazione tecnico-scientifica, che ne giustifichi la valenza. Per quanto attiene la dimostranza relativamente alla scarsità e disomogeneità di attività di prevenzione oncologica, non mi sento di giudicare come negative o riduttive le iniziative attuate con camper, momenti di dialogo oltre che di screening, in vari momenti e lungo tutto il territorio provinciale.”

“In Campania l’attivazione della rete oncologica, sembra stia riducendo tempi di attesa e di risposta terapeutica oltre che di controllo, grazie alla messa in rete delle varie strutture individuate idonee al trattamento delle diverse patologie oncologiche. Mi sembra giusto  – conclude D’Angelo – comunque sollecitare il livello regionale su un incremento dei punti assistenziali al SUD di Salerno, che da sempre pagano lo scotto della perifericità e della difficoltà di comunicazione con le Istituzioni centrali. Per quanto attiene la scelta delle   strutture, poste al SUD di Salerno, da “specializzare” nel controllo ambulatoriale clinico, diagnostico strumentale e bio-umorale dei pazienti oncologici, ritengo che sia compito di chi redige il nuovo piano assistenziale regionale, tenere conto della opportunità di ascolto delle parti sociali e delle figure professionali specifiche sulla problematica in questione.”

 

 

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