Sanremo 2017, ritmo, ironia, provocazione: Gabbani conquista l’Ariston

Ha vinto la provocazione, ha vinto l’originalità, ha vinto l’ironia. Il ritmo e le creatività.  C’è tutto questo in “Occidentali’s Karma”: la canzone di Francesco Gabbani che ha conquistato il primo posto al 67esimo Festival di Sanremo. Alle sue spalle un “Campione” , anzi una campionessa,  con la “C” maiuscola: Fiorella Mannoia. La cantante che è tornata all’Ariston a distanza di 29 anni ha avuto il coraggio di “mettersi in gioco e accettare la gara”.  E ha conquistato pubblico e critica con la sua  “Che sia benedetta” (il testo è di Amara e Salvatore Mineo, la musica di Amara). Terzo posto per Ermal Meta con “Vietato morire”: “Sono molto felice, non me lo aspettavo – ha dichiarato in sala stampa subito dopo la proclamazione dei vincitori – e neppure mi aspettavo il premio della critica. Non ho mai aspettative quando si parla di musica. Quello che ho dato è un messaggio, una storia di energia. Quell’ energia  mi è tornata tutta”.

FRANCESCO GABBANI Cosa avrà incuriosito di più pubblico e giuria? Il testo, la performance, il ballo o la scimmia sul palco dell’Ariston? Forse tutte queste cose insieme. Certo è che “Occidentali’s Karma” è già un tormentone. “Non mi aspettavo questa vittoria ma ci speravo” ammette Francesco Gabbani. E c’è voluto davvero poco per far saltellare sala stampa (e non solo) con “l’evoluzione inciampa la scimmia nuda balla”. “È un grande trionfo aver avuto la possibilità di dividere il palco con Fiorella Mannoia – ha detto Gabbani subito dopo la vittoria –  sono gioioso e devo ancora realizzare. Arrivo da un anno emozionante e pieno di soddisfazioni. Spero di riuscire a gestire bene questa nuova soddisfazione dal punto di vista emotivo. Spero soprattutto – ha aggiunto – di continuare a fare musica con semplicità e mi auguro che sempre più persone si affezionino a me.  Questa sera ringrazio chi ha creduto in me, i mie amici, la ma famiglia”. Gabbani è tornato sul palco dell’Ariston dove ha vinto lo scorso anno, con il brano “Amen”, il Festival di Sanremo e il Premio della Critica Mia Martini, nella sezione giovani.  “Occidentali’s karma” è un brano che ha scritto insieme al fratello Filippo, a Fabio Ilacqua e a Luca Chiaravalli. E’un brano pop elettronico che nasconde una doppia personalità. Dietro una melodia pop, accattivante e una ritmica coinvolgente, cela infatti un invito a riflettere sul nostro modo di vivere. Il significato lo spiega lui stesso, in conferenza stampa dopo la vittoria: “E’ una provocazione. E’ un testo ricco di citazioni. Prende in giro il tentativo occidentale di avvicinarsi alla  cultura orientale. ‘Occidentali’s karma’ – aggiunge  Gabbani  – è una sarcastica riflessione sul goffo tentativo di noi occidentali di ricercare la serenità tramite discipline orientali, per poi scoprire che, spogliati dalle sovrastrutture occidentali o orientali che siano, siamo tutti delle scimmie nude. Dietro al nostro essere intellettuali c’è sempre l’istinto animale”.  Il cantautore  nato a Carrara 34 anni fa, ha confermato di voler rappresentare l’Italia all’Eurovision: “Forse a Sanremo ho convinto per il mio modo di pormi sul palco, per un mix di componenti” dice. Per quanto riguarda la sua esibizione nessun riferimento a De Andrè e al gorilla: “Semmai ho pensato a Silvestri  e alla sua ‘Salirò’. E’ una citazione anche quella”.

FIORELLA MANNOIA “La prossima volta non ditelo”. Sorride Fiorella Mannoia mentre saluta i giornalisti in sala stampa dopo la conferenza dedicata ai vincitori. Il riferimento è chiaro: da giorni  in molti avevano parlato della Mannoia come della vincitrice sicura del festival. “Sono venuta con lo stesso spirito di 30 anni fa: non avevo l’intento di vincere. Certo un po’  ci speravo: siamo in gara. È una gara.  Modestamente – ha aggiunto la cantante  – penso però che tutti i brani che ho portato a Sanremo abbiano lasciato un segno. Sono canzoni rimaste nella storia della musica e spero che anche questa canzone faccia lo stesso percorso”. A distanza di 29 anni dalla sua ultima partecipazione in gara al Festival di Sanremo, Fiorella Mannoia è tornata sul palco dell’Ariston con “Che Sia Benedetta”, un brano che la stessa Mannoia ha definito un “inno alla vita”. Era la sua quinta volta sul palco dell’Ariston:  l’esordio risale al 1981 con “Caffè nero bollente”, nel 1984 fu la volta di “Come si cambia”, nel 1987 di “Quello che le donne non dicono” che quest’anno compie 30 anni, e nel 1988 di “Le notti di maggio”

ERMAL META Ermal Meta è un cantautore e compositore albanese naturalizzato italiano. L’abbiamo conosciuto prima come leader del gruppo “La Fame di Camilla” poi  come autore di testi per Chiara, Annalisa, Emma, Lorenzo Fragola, Marco Mengoni. Lo scorso anno il successo sul palco dell’Ariston, nella categoria giovani, con “Odio le favole” con cui è arrivato al terzo posto dietro a Francesco Gabbani e a Chiara Dello Iacovo. “A Sanremo vengono premiate le canzoni e non le voci. Il pubblico avrà ritenuto più valide queste canzoni rispetto ad altre e io non posso non essere felice. Non si tratta di una rottamazione” ha detto il cantautore in conferenza stampa “semplicemente ha vinto la bella canzone, evviva le belle canzoni!”. Ermal Meta è stato protagonista anche giovedì: ha vinto il premio di miglior cover interpretando la canzone “Amara terra mia” di Domenico Modugno. A proposito del brano con cui ha raggiunto il podio, “Vietato morire”, spiega: “La canzone parte da una storia, ha una base personale. Posso parlare della mia vita, non posso inventare le vite degli altri. Il messaggio è quello della disobbedienza. Tutto quello che ci rende felici può passare attraverso le porte della disobbedienza. Il momento giusto per dire un ‘no’ è adesso”. “Racconto storie – ha aggiunto –  quando le ho già digerite. Mi piace condividerle. Ama la tua vita, ama gli altri ma fai sempre come ti senti di fare è il messaggio che voglio lanciare. Il podio – ha continuato l’artista –  mi fa ‘specie’ perché  penso che ero accanto a una figura importantissima della musica italiana: Fiorella Mannoia. Sono grato al festival perché mi ha fatto trovare sul podio accanto a una grande come lei. Dedico la canzone – ha concluso Ermal Meta – alla persona che mi ha insegnato a disobbedire: mia madre”.

Testo di Giovannacarla Lasalvia (9Colonne)

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