Vallo di Diano “conquistato” dai Cinesi: ingorghi sulla strada statale, assalto al nuovo centro commerciale

I Cinesi “conquistano” il Vallo di Diano. Moda passeggera o fenomeno destinato a durare? File di auto sabato e domenica sulla Strada Statale 19 che attraversa il Vallo di Diano. Chi si è trovato a passare ingenuamente ha pensato dapprima a un incidente stradale… poi ha immaginato potesse essere in corso una festa patronale, una processione o un evento particolare.

Ed invece, man mano che ci si avvicinava al punto cruciale di questo “ingorgo”, che ha caratterizzato (pare) tutto il week-end valdianese, ecco svelato l’arcano: le autovetture erano semplicemente in fila per invadere il nuovo immenso centro commerciale cinese di recente apertura.

vallo_di_diano drago cinesi

Valdianesi dunque attratti come formiche dalle “lusinghe” cinesi, con auto parcheggiate addirittura ai margini di entrambe le carreggiate della SS 19. Insomma un fenomeno d’altri tempi, forse mai visto in questi termini nel Vallo di Diano. Uno sciame di famiglie valdianesi dirette anche a piedi verso il centro commerciale cinese, giovani ed anziani in fila, roba da vedere per credere… ed anche guardando con i propri occhi davvero difficile da assimilare. E allora sembra doveroso parlarne, o almeno aprire qualche spunto di discussione su quanto accade, che non può passare inosservato. E chiedersi se i cinesi stanno davvero conquistando (commercialmente parlando) il Vallo di Diano, e se si per quale motivo. Quanto accade sorprende anche perché l’utente valdianese negli ultimi anni non ha dimostrato grande attrazione nei confronti delle attività commerciali del Vallo di Diano. Il principio “l’erba del vicino è sempre la più verde” trova conferma recandosi nei grandi centri commerciali di Salerno e dintorni, dove soprattutto nel fine settimana si incontrano tanti valdianesi. Insomma sono lontani i tempi in cui Sala Consilina era considerata il centro commerciale del Vallo di Diano, capace di attrarre utenti anche dalla Calabria e dalla Lucania. La grande distribuzione commerciale, al di là dei supermercati soprattutto specializzati in alimentari, non investe nel Vallo di Diano. Investono invece i Cinesi, per replicare una colonizzazione commerciale già sperimentata nel napoletano ed altrove. E poi ci sono i prodotti. Entrando in questa vera e propria città cinese del commercio si trova davvero di tutto: dallo stuzzicadenti ai mobili di arredo. Soprattutto una infinità di articoli che prima fabbricavano le piccole e medie imprese italiane: tutto a meno di 10 euro. L’elenco sarebbe infinito: dalle candeline per le torte ai vasi per i fiori, dallo smalto per le unghie agli accessori per la scuola, per i cellulari e per il “fai da te”. Al vestiario, a cui è riservato un intero piano. Un catalogo di prodotti che una volta venivano fabbricati in Italia e oggi vengono dalla Cina. Due le tipologie di merci: quelle che i cinesi producono in regime di sostanziale monopolio, e la “fascia bassa” di merci prodotte ancora in Italia.  Insomma un fenomeno molto simile a quello dei discount alimentari, capace di affascinare e attrarre la clientela del Vallo di Diano. Almeno per il momento, anche perché va ricordato che spesso le mode sono passeggere. Dalla parte dei cinesi ci sono la ricchezza del catalogo e la competitività nei prezzi, frutto pare anche delle minori tassazioni a cui sono sottoposti. Ma su alcuni prodotti, almeno nell’immaginario collettivo, resta l’incognita della qualità. Insomma staremo a vedere, ma è facile immaginare che gli altri commercianti valdianesi non saranno felici di questa “invasione di campo”, in un momento già di per sé difficile anche senza i cinesi. Con tanti negozi che chiudono ogni giorno, ed invece con i cinesi che paradossalmente assumono lavoratori italiani. Comunque per adesso i valdianesi danno loro ragione: a dimostrarlo non solo le file di auto sulla Strada Statale, ma anche e soprattutto le interminabili file alle casse registrate in questo fine settimana.

 

3 risposte

  1. nk ha detto:

    i prezzi sono alti , ma poi ricordiamoci che i prodotti hanno sostanze tossiche

  2. cono ha detto:

    secondo me sbagliato identificare i nuovi soggetti commerciali secondo le loro origini forse neanche di nascita. hanno la capacita ed il coraggio di avviare simili attività con ciò che comporta in termini di costi. oltre a fare concorrenza alle attività autoctone che non hanno gli stessi mezzi economici e fiscali, concorrono anche con coloro che appartengono alla stessa categoria (solo per facilità di spiegazione “cinesi”. Mi chiedo facendo il commerciante da tanti anni :1) da dove arrivano le loro possibilità finanziarie (visto la stretta creditizia che colpisce tutti anche coloro che si barcamenano in modo stabile nel commercio.)
    2) perche esistono accordi fiscali diversi fra operatori che esercitano in zone omogenee?
    P.S I prezzi non sono bassi. l’assortimento e altissimo.

  3. gianluca ha detto:

    Cari Compaesani, non vi dimenticate che x ogni euro speso in un distributore di prodotti fatti in luoghi diversi dall Italia, addirittura in questo caso con un intero Centro Commerciale, riceveremo idietro fra un po’ di tempo solo impoverimento del territorio. Ma la domanda che dovremmo farci, cari compaesani, è un altra : “quando le varie Amministruzioni comunali hanno dato queste discutibili autorizzazioni, hanno pensato al futuro dei nostri figli e alla valorizzazione del nostro prezioso territorio, o solo ai soliti interessi personali di chi da anni dovrebbe farlo e ancora nicchia davanti ad un bivio oramai inevitabile !!!???? Povertà o Sviluppo !!??

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