Pellegrino rilancia la proposta su ospedale di Sant’Arsenio: “Polla non può trasformarsi in un Covid Center”

“L’ospedale di Sant’Arsenio deve essere utilizzato per farlo diventare un punto di riferimento per i pazienti affetti da Covid-19”. Tommaso Pellegrino rilancia con un video sulla pagina facebook, la proposta avanzata al governatore De Luca, da tre professionisti di Sant’Arsenio nelle scorse settimane. Il sindaco di Sassano, Presidente del Parco e medico, si fa anche lui promotore della proposta di utilizzare l’ospedale di Sant’Arsenio per accogliere i pazienti affetti da Covid-19. “Con un numero di contagiati così alto e con un numero così alto di persone che richiedono anche l’ospedalizzazione, sottolinea Pellegrino, costruire dei percorsi dedicati diventa importante. Senza nulla togliere al personale dell’ospedale “Luigi Curto” di Polla e al direttore sanitario che stanno affrontando l’emergenza nel migliore dei modi. L’ospedale di Polla, però, non può essere trasformato in un Covid Center dove tutte le altre patologie non trovano spazio. Quello di utilizzare la struttura ospedaliera di Sant’Arsenio deve essere, ancora di più oggi, una scelta da valutare. Gli operatori sanitari lavorerebbero anche con maggiore serenità e sicurezza. Rappresenterebbe per il Vallo di Diano un punto di riferimento ma anche per il golfo di Policastro dove si sta cercando di preservare l’ospedale di Sapri. La struttura ce l’abbiamo, sottolinea il medico e primo cittadino,  e non credo a chi dice che i tempi sono lunghi. In Cina sono stati costruiti ospedali in un mese, anche in Italia, a Bergamo, hanno attivato in pochi giorni delle strutture con tutte le attrezzature per fronteggiare le urgenze. La struttura con pochi e mirati interventi, secondo Pellegrino,  nel giro di pochi giorni può diventare una struttura dedicata. Il sindaco di Sassano plaude all’arrivo di un infettivologo all’ospedale di Polla, necessità più volte sottolineata nei giorni scorsi da lui ed altri sindaci, ma, aggiunge, che anche sul territorio c’è bisogno di specialisti che affianchino i medici di base lasciati completamente soli. Una soluzione del genere permetterebbe anche di ridurre le ospedalizzazioni. “Mai come oggi, sottolinea Pellegrino, ci deve essere un’interazione tra ospedale e territorio”. Infine la valutazione da medico ed amministratore sui tagli attuati nei confronti della sanità pubblica, con la continua riduzione delle terapie intensive ed il caos che adesso si sta vivendo e chi si ripercuote su pazienti affetti da altre patologie, come quelle oncologiche che hanno subito un rallentamento davvero preoccupante.

 

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