La Spigolatrice di Sapri e il suo lato “B”, voglia di censura per l’opera d’arte realizzata da Emanuele Stifano

Nel 1500, dopo il Concilio di Trento, si volevano cancellare i capolavori di Michelangelo nella Cappella Sistina, perché quei corpi esibiti anche nella loro sensualità avrebbero potuto corrompere la morale cristiana. Più recentemente, nel 2001, i Talebani afghani distrussero con la dinamite i monumentali Buddha di Bamiyan, a 230 chilometri da Kabul, perché considerati simboli pagani. Nel 2021 è la Statua della Spigolatrice di Sapri a guadagnare i titoli delle testate giornalistiche e a scatenare post inferociti sui Social Media.

A far discutere è il “lato B” della scultura bronzea realizzata Emanuele Stifano e inaugurata alla presenza tra gli altri dell’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Secondo un movimento di opinione che ha immediatamente conquistato le luci dei riflettori nazionali, la statua dovrebbe essere abbattuta o rimossa: la veste sottile spinta dal vento aderirebbe troppo al fondoschiena, mostrando troppi dettagli del lato B. “Ennesima mercificazione del corpo femminile”, “Spigolatrice trattata come una velina”: sono soltanto alcune delle critiche mosse alla Spigolatrice di Sapri, che vuole ricordare la poesia di Luigi Mercantini, ispirata alla fallita spedizione di Sapri di Carlo Pisacane.

Va detto che le critiche sono state mosse quasi sempre da lontano, senza aver visto da vicino l’opera, basandosi su dettagli fotografici tesi ad accreditare ed enfatizzare le teorie censorie. Addirittura, sempre attraverso immagini visionate dal salotto di casa o dal proprio cellulare, sono stati ipotizzati e teorizzati sguardi imbarazzati o lascivi delle personalità politiche presenti all’inaugurazione. Sinceramente chi a Sapri era presente, come il sottoscritto, è rimasto colpito anche e soprattutto dalla fattura artistica dell’opera nel suo complesso, dall’intensità dello sguardo della Spigolatrice, dalla sua espressione meditabonda.  Centinaia i selfie che le persone comuni hanno voluto regalarsi vicino al monumento, e a pochi probabilmente sarà venuto in mente di fotografarsi accanto al suo fondoschiena. Insomma, la statua dal vivo piace e molto, e non certo per il suo lato “B”. Almeno fino alla calata di scudi delle ultime ore, adesso magari le cose cambieranno.  Ma è un po’ la prerogativa dell’arte, quella di ispirare emozioni e sentimenti diversi e contrastanti. Prima di censurare l’arte si dovrebbero spegnere tutte le televisioni, in primis quella di Stato, che a tutte le ore fanno audience attraverso esibizioni di figure femminili – e a volte anche maschili- in abiti succinti a dir poco. E poi oscuriamo anche Facebook e i Social Media, che in ogni momento ci bombardano di immagini scandalose. Per non parlare dei cartelloni pubblicitari che sovrastano le strade metropolitane, e delle copertine dei rotocalchi letti da milioni di persone, dove l’arte c’entra ben poco. L’arte, quella vera, può piacere o non piacere: ed è più che legittimo criticarla. Ma a noi piace pensare che non debba essere distrutta o censurata.

2 risposte

  1. Stefano ha detto:

    Fin dall’antichità, nell’arte e nella letteratura il corpo era specchio dell’anima; gli eroi greci erano “belli e buoni”. Niente di più facile che rappresentando la spigolatrice secondo canoni di perfezione estetica (attuali) l’autore volesse allo stesso tempo rappresentarne la perfezione dell’animo. Ma tutto questo per è accademia.. Cosa non si dice per un facile like.

  2. Mauro franz ha detto:

    Ma quanta ipocrisia malefica ci dobbiamo ancora sorbire da questa sinistra politica , visto che sono proprio loro a voler esibire trans schifosamente esibizionisti in pubblica via ogni gay pride davanti a bambini senza vergognarsene mai anzi gloriandosene con euforico entusiasmo ?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *