Gioco online: ecco come viene tassato dallo Stato

Nella società di oggi, la componente digitale è sempre più presente e importante. Questo vale per molti settori, dallo smart working fino all’intrattenimento. Proprio su alcune forme di intrattenimento, lo Stato esercita un forte controllo, che si traduce in una più salda garanzia per gli utenti, ma anche in un ritorno per le proprie casse fiscali.

Tassazione e gioco online

Il controllo dello Stato sui vari giochi presenti sul territorio digitale italiano viene esercitato tramite l’ex AAMS. L’organo oggi rende il nome di Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, o ADM, che verifica la bontà dei giochi e dunque autorizza la sala da gioco corrispondente a operare.

In questo caso, la sala da gioco legale, oltre ad aver dimostrato di sostenere i giocatori nel giocare responsabilmente e di garantire la massima trasparenza nella propria offerta, viene nominata dalla stessa ADM come sostituto d’imposta per tutte le vincite eventualmente concesse ai suoi utenti. Quel che ne deriva è che, se l’utente gioca e ottiene un jackpot su un casino live presente in rete, non dovrà dichiarare la propria entrata perché a dichiararla e tassarla provvede la sala da gioco stessa.

Ovviamente, esistono diversi livelli di tassazione: i jackpot fino a 500 euro sono considerati esentasse, ma le aliquote sono destinate a salire appena si superano i 1000 euro, fino a una percentuale del 25% per i premi che superano i 10 milioni di euro. La tassazione media, in ogni caso, si assesta sul 20%: il giocatore in ogni caso non la percepisce proprio perché riscatta direttamente la vincita al netto delle tasse. In questo senso, non ha l’obbligo di dichiarare nulla e quindi non si macchia del reato di evasione fiscale, che invece penalizza qualsiasi giocatore di un casinò non ADM che decida di nascondere le proprie eventuali vincite.

L’imposta sulle vincite non è la sola tassa versata dal casinò all’erario statale. A questa, si aggiunge infatti l’imposta unica, che presenta un’aliquota diversa in base al tipo di gioco o scommessa in esame. Si va dal 20% della raccolta delle scommesse a quota fissa raccolte su base fisica, fino al 24% delle puntate raccolte se le scommesse sono effettuate online. Gli eventi simulati prevedono un’aliquota del 22% sulle raccolte al netto delle vincite erogate ai giocatori, mentre i giochi di abilità e bingo a distanza sono caratterizzati da una tassazione al 25% delle somme non restituite al giocatore.

La diffusione del gioco online

Data la premessa sulla diffusione del gioco d’azzardo online, è fondamentale comprendere quanto la licenza ADM possa incidere positivamente sulle casse dello Stato. È più facile avere una stima delle entrate garantite dai casinò digitali se si considerano i numeri di alcune regioni italiane: la Campania, nello specifico, si assesta all’ottavo posto per giro di denaro relativo al gioco fisico, e al secondo per quello relativo al gioco online. In testa, si mantiene la provincia di Napoli, con oltre 900 milioni di spesa, e seguita con uno stacco significativo da quella di Salerno, a quota 363 milioni di euro di spesa. In fondo, Benevento garantisce al mondo del gioco digitale appena 80 milioni di euro.

Se si considera che la regione Campania è soltanto al secondo posto per volume di denaro impiegato nel gioco digitale, è evidente che i numeri complessivi in Italia sono molto più alti. Il lavoro dell’ADM è quello di gestire tutto il mondo del gioco online legale e nel frattempo contrastare quello illegale dall’altra parte: il tutto, grazie al rilascio della licenza ex AAMS, per la tutela dei giocatori e per nutrire le casse dello Stato.

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