Agropoli (SA): sequestrata un’azienda alberghiera a Castellabate. 10 denunciati per bancarotta, falso in bilancio, reati fiscali.

I finanzieri della Compagnia della Guardia di Finanza di Agropoli, coordinati dalla Procura della Repubblica di Vallo della Lucania, hanno sequestrato un’azienda alberghiera recante l’insegna “GRAND HOTEL SANTA MARIA” di Castellabate (SA), del valore di 2 milioni di Euro. Il provvedimento cautelare ha portato alla denuncia di dieci persone, rilevando, tra l’altro, le attività criminali poste in essere da due imprenditori di Castellabate, che hanno commesso plurimi reati di bancarotta fraudolenta, falso in bilancio, frode fiscale e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, anche mediante l’utilizzo di “scatole cinesi” e l’assunzione di cariche societarie da parte di compiacenti “prestanome”. L’esecuzione del sequestro deriva dalla prosecuzione delle indagini già avviate dalla Guardia di Finanza di Agropoli nei confronti di una serie di imprese riconducibili ai due imprenditori che, a partire dal 2001, sono state coinvolte dal plurimo passaggio di proprietà del lussuoso albergo di Castellabate, finalizzato a sottrarre l’avviata struttura ricettiva dal patrimonio della società originariamente proprietaria dello stesso, poi dichiarata fallita nel 2009. Nel mese di giugno 2012, nell’ambito delle medesime investigazioni il Giudice per le indagini preliminari aveva già disposto la custodia cautelare in carcere nei confronti dei due imprenditori di Castellabate (SA), nonché tre misure interdittive dall’esercizio dell’attività professionale, aventi come destinatari due commercialisti ed un avvocato di Salerno; in tale ambito era stato, altresì, eseguito il sequestro dell’immobile che ospita l’albergo. Le successive indagini hanno consentito di raccogliere ulteriori elementi di prova con riferimento all’avvenuta distrazione fraudolenta dal patrimonio della società fallita dello stesso immobile (successivamente oggetto di un importante intervento di ristrutturazione), nonché di tutti i beni materiali ed immateriali, comprensivi della licenza d’esercizio rilasciata dal comune, afferenti all’azienda alberghiera condotta a Santa Maria di Castellabate (SA), che tra il 2001 ed il 2008 erano stati oggetto di ripetute compravendite simulate. In questo modo, l’originaria società cedente, colpita dal fallimento nel 2009 dopo essere stata privata dei suoi assets (ovvero l’immobile e l’azienda alberghiera), è rimasta schiacciata dal peso dei debiti, principalmente nei confronti del fisco. Nelle operazioni fraudolente sono state coinvolte 5 diverse imprese, tutte riconducibili ai due imprenditori, e le investigazioni condotte hanno permesso di accertare la commissione di gravi e reiterate irregolarità contabili e fiscali, poste in essere al fine di “coprire” le distrazioni. Innanzitutto, l’amministratore della società attuale, intestataria dell’immobile destinato alla struttura ricettiva, ha sottratto ai controlli la contabilità dell’impresa relativa all’annualità in cui è stato perfezionato l’acquisto, per il quale le indagini hanno comunque consentito di accertare l’avvenuta simulazione, a comprova dell’artificiosità dell’operazione, posta in essere in danno dei creditori e dell’Erario, anche mediante l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. L’azienda alberghiera distratta, invece, è finita ad una diversa società di capitali, a seguito di due passaggi proprietari tra imprese correlate, per effetto di una prima vendita da parte della società successivamente fallita, avvenuta nel 2006 al prezzo di 35mila euro, seguita da una seconda cessione, conclusa nel 2008 al prezzo di 50mila euro, giudicato particolarmente esiguo in relazione all’entità ed al valore reale del ramo d’azienda ceduto. Dopo l’esecuzione del provvedimento cautelare da parte della Guardia di Finanza, anche l’azienda, al pari dell’immobile, già in sequestro da giugno 2012, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, è stata affidata ad un custode giudiziale, a cui sarà demandata la gestione attiva della lussuosa struttura ricettiva, in un’ottica di salvaguardia dei livelli occupazionali.

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