Vicenda Condominio Via Macchia Italiana, l’analisi e le domande di Colucci

Anche il cosigliere comunale di Progetto Sala Giuseppe Colucci interviene sulla vicenda del condominio di Via Macchia Italiana a Sala Consilina e sul trasferimento della sede del Piano Sociale di Zona. Ecco il Comunicato Stampa di Colucci che analizza, dal suo punto di vista, diversi aspetti della vicenda e pone ulteriori interrogativi:

“Era prevedibile la protesta dei condomini di via Macchia Italiana Palazzo Bellavista a seguito dell’acquisto da parte del Comune dell’appartamento, da destinarsi a Centro Socio Assistenziale territoriale del Piano Sociale di Zona S10 (ex S4).

Avevamo già rappresentato tale problema nella seduta del Consiglio Comunale del 28/11/2014, nella quale il nostro voto e degli altri consiglieri di minoranza è stato contrario per i seguenti motivi:
• destinazione dell’immobile incompatibile con un’attività che prevede l’accesso al pubblico;
• eccessivo ritardo nell’utilizzo di risorse finanziarie provenienti dal Fondo Unico di Ambito progetto Arcobaleno Fondo LIRE UNRRA anno 2007 per € 63.000,00; l’Amministrazione si ricorda soltanto 8 anni dopo che scadevano i termini per fruire del finanziamento …!!!!
• probabile utilizzo delle risorse del progetto Arcobaleno Fondo LIRE UNRRA anno 2007 non conforme alle finalità del progetto stesso;
• utilizzo di risorse residue relative a interventi del Piano Sociale di Zona parzialmente realizzati negli anni 2007-2009 per € 66.800,00, che sono state sottratte all’assistenza alle persone anziane, ai disabili, ed a tutti i destinatari dei servizi rientranti nell’oggetto tipico dell’attività del Piano di zona.

Cerchiamo di fare chiarezza sulla destinazione delle risorse di cui alla Riserva Fondo Lire UNRRA, anno 2007 utilizzate per l’acquisto dell’appartamento:
il bando ministeriale per gli aiuti all’immigrazione prevede quali obiettivi generali per l’anno 2007 la gestione ordinaria del patrimonio immobiliare, e per gli interventi di manutenzione straordinaria, ma non prevede l’utilizzo delle risorse per l’acquisto di immobili, per giunta, da destinare a sede di uffici; anzi la destinazione dei fondi è specifica e ben individuata, con le circolari ministeriali che chiariscono le priorità ed i criteri per l’assegnazione dei contributi da destinare ai seguenti interventi:
1. progetti che, nel perseguimento di obiettivi di coesione sociale, prevedano interventi finalizzati al miglior inserimento dell’immigrato nel contesto sociale.
2. progetti che si concretino in attività di sostegno a favore della persone in stato di indigenza e delle fasce sociali più deboli, ivi compresi stranieri e nomadi.

Dall’emanazione del bando 2007 fino all’inizio del 2014 questi sono gli atti:
• in data 28/12/2007 il Coordinamento Istituzionale del Piano Sociale di Zona S4 ha deliberato di valutare l’acquisto di immobile da destinare a sede dell’ufficio di piano (in contrasto con le finalità dei Fondi UNRRA);
• dal 2007 all’inizio del 2014 NULLA;
• in data 24/04/2014 è stato approvato l’Avviso Pubblico per l’acquisto di un immobile da destinare a Centro Socio Assistenziale Territoriale del Piano Sociale di Zona S 10 (ex S4);
• in data 08/07/2014 la commissione di valutazione (nominata il 05/06/2014) ha approvato le risultanze delle offerte pervenute.

Infine il 28/11/2014, dopo 8 anni dal 2007, il Consiglio Comunale delibera l’acquisto dell’immobile (con il voto contrario della minoranza).

La maggioranza non solo non ha ascoltato le nostre osservazioni fondate e motivate, ma ha deliberato l’acquisto e, con una velocità ed “efficienza” eccezionale, dopo nemmeno una settimana, il 05/12/2014, ha effettuato il pagamento dell’immobile. Sentire ora la risposta del Sindaco alla lettera dei condomini ci lascia a dir poco sbigottiti, perché mostra una totale insensibilità nei confronti di coloro, che vivono nel condominio Palazzo Bellavista e che con tanti sacrifici hanno acquistato la propria abitazione, anche in funzione della limitazione riportata nell’atto di acquisto degli appartamenti ad uso civile abitazione.

Il Sindaco ha dichiarato che “dopo si è recato nel fabbricato subito dopo l’acquisto ed ha notato l’esistenza di uno studio legale …”.
Beh … la caduta di stile del Sindaco è fin troppo palese, perché tale atteggiamento non è adeguato per un rappresentante delle Istituzioni Pubbliche ed ha più il significato di una “velata minaccia” per il suo collega e per il condominio tutto e non di una vera giustificazione e motivazione degli atti assunti.
Il Sindaco e gli uffici preposti competenti avrebbero dovuto recarsi nel fabbricato prima dell’acquisto e sentire i condomini, verificare l’esistenza di un regolamento condominiale, verificare la possibilità di ubicare un ufficio con accesso al pubblico e poi procedere all’acquisto.

Tra l’altro, se lo studio è una porzione di una unità immobiliare adibita a civile abitazione, non è necessario il cambio di destinazione, mentre la sede del Centro Socio Assistenziale territoriale del Piano Sociale di Zona è un ufficio pubblico che, comportando l’accesso al pubblico, deve avere dei requisiti completamente diversi da uno studio legale.

L’ultima giustificazione fornita dal Sindaco relativa alla “spending rewiew” è da ritenersi veramente immotivata, perché la spesa di € 129.036,68 si ammortizza in 215 mesi, cioè in 18 anni circa, tenuto conto che il canone di locazione è di 600 euro mensili (come dichiarato dal Sindaco), e senza considerare le ulteriori spese per i lavori di adeguamento che il Comune sta effettuando su tale immobile.
Inoltre non si capisce perché il Comune non effettua i pagamenti ai creditori, fornitori di servizi, di lavori pubblici, ecc., con la stessa velocità e puntualità che ha mostrato nel pagamento dell’immobile: delibera di acquisto del 28/11/2014 e determina di pagamento del 05/12/2014: appena una settimana di dilazione.

A ciò si aggiunga che:
1. non è chiaro se l’acquisto dell’immobile sia stato previsto nel bilancio di previsione;
2. la delibera del Consiglio Comunale n. 62 del 28/11/2014 è sprovvista del parere del revisore che, a nostro avviso, è obbligatorio nel caso di acquisto di immobili;
3. il parere del revisore è necessario anche perché l’art.1, comma 138 della Legge 24/12/2012 n.228 prevede per il 2014 che gli enti territoriali possono effettuare operazioni di acquisto di immobili nei seguenti casi:
a) vi siano comprovate documentalmente l’indispensabilità e l’indilazionabilità attestate dal responsabile del procedimento;
b) che la congruità del prezzo sia attestata dall’Agenzia del demanio;
c) delle operazioni di acquisto sia data preventiva notizia, con l’indicazione del soggetto alienante e del prezzo pattuito, nel sito internet istituzionale dell’Ente.

A vista degli atti a nostra disposizione non vi è traccia di prove documentali sulla indispensabilità ed indilazionabilità dell’acquisto, né tantomeno notizia sul sito internet istituzionale dell’Ente.

A tal punto sorgono spontanee le domande:
• Con quali parametri il Sindaco considera vantaggioso effettuare un investimento di oltre € 130.000, in previsione di un ammortamento in 18 anni?
• L’acquisto dell’immobile è stato riportato nel bilancio di previsione 2014 e nel rendiconto di gestione 2014?
• Perché la delibera di Consiglio Comunale n. 32/14 è sprovvista del parere del revisore?
• Con quali procedure è stato affidato l’incarico alla ditta che sta effettuando i lavori di adeguamento?
• Perché il Sindaco non ha consultato prima gli abitanti del condominio, ma invece ha prima acquistato l’immobile, dopo una settimana ne ha effettuato il pagamento e soltanto dopo è andato a vedere il fabbricato, per poi scoprire l’esistenza di uno studio legale (che se vi fosse è pienamente legittima)?
• Perché non vengono pagati i fornitori del Comune e gli operatori del Piano di Zona con la stessa brevità mostrata in questa occasione, anche in considerazione che gli ultimi pagamenti fatti dal Piano di zona l’11/06/2015 sono relativi a servizi erogati a gennaio 2014 (un anno e mezzo circa)?

Questi interrogativi evidenziano quale in che modo sono amministrati le risorse, anche quelle che provengono dalle le tasse comunali pagate dai cittadini, il cui livello ha raggiunto limiti insostenibili.

Nell’attesa che l’Amministrazione fornisca spiegazioni, che siano fondate, è necessario approfondire i motivi che hanno spinto la stessa ad una scelta del genere che, a nostro avviso e secondo i precedenti interrogativi, non produce alcun vantaggio per la collettività amministrata”.

Progetto Sala – Giuseppe Colucci

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