Il rapporto tra Giornalismo e Politica nel Vallo di Diano: tutto il mondo è paese

Ovunque il problema del rapporto tra giornalismo e politica è particolarmente delicato e sensibile. Non fa eccezione l’Italia in generale ed il Vallo di Diano in particolare, dove come altrove convivono politici arroganti e supponenti, spesso prevenuti e vendicativi, nei confronti della stampa non addomesticata alle loro esigenze, insieme a politici più intelligenti ed illuminati, che capiscono come l’esigenza di informare non sia fondata nell’interesse del potere ma nell’interesse dei cittadini.

Allo stesso modo anche tra i giornalisti nel territorio valdianese convivono validi professionisti che cercano di informare quotidianamente con obiettività, dando voce e parola a tutti, ed altri che invece che si prostrano in inchini e salamelecchi prestandosi come megafono al potente di turno. C’è poi il discorso degli editori, anche loro divisi tra chi lascia margine e libertà d’azione e chi invece interviene a gamba tesa limitando la libertà di espressione degli stessi giornalisti.

Insomma un nodo intricato, nel quale non è semplice orientarsi e restare in equilibrio, e dove è facile sbagliare anche se non si è in cattiva fede. Certo l’impressione è che oggi gli utenti dei mezzi di informazione (tv, web, radio e stampa) siano abbastanza smaliziati da percepire le differenze e trarre le proprie conclusioni, e che spesso eccessive sviolinate si traducano in un effetto controproducente per l’editore, il giornalista ed il politico protagonisti.

Il tema del rapporto tra giornalismo e politica è stato opportunamente all’ordine del giorno del corso di formazione dei giornalisti svoltosi venerdì scorso a Sassano, in occasione del Premio Orchidea d’Argento. Entusiastica l’affluenza registrata: resta da vedere se almeno qualcuna delle sagge esternazioni rilasciate dagli illustri ospiti presenti sarà stata ascoltata e recepita da politici, editori e giornalisti valdianesi.