Roccadaspide scende in piazza per tentare di salvare l’ospedale

mobilitazione roccadaspideIl comitato civico “Salviamo l’ospedale di Roccadaspide e Della Valle del Calore” ha organizzato per sabato mattina una marcia per tentare di salvare il nosocomio. “Con questo appello pubblico intendiamo portarvi a conoscenza di uno ‘scippo’ che la “mala politica” sta tentando di perpetrare in nostro danno e sotto i nostri occhi. L’ospedale civile di Roccadaspide e della Valle del Calore, unico baluardo pubblico a difesa della vita e della salute dei cinquantaquattromila residenti dei 24 Comuni della Valle del Calore Salernitano, dopo gli ultimi “provvedimenti amministrativi” del Commissario Polimeni, dei vertici della Giunta Regionale e del Direttore Generale della ASL Salerno, rischia la definitiva chiusura e la fuoriuscita da tutte le reti dell’emergenza sanitaria locale. Sarà l’unico ospedale in tutta la provincia di Salerno a subire questo violento, ingiustificato e incomprensibile trattamento”.

Il comunicato poi prosegue così: “In base agli ultimi provvedimenti del Governo nazionale, prima, e di quelli del Commissariato di Governo, poi, per il rientro del disavanzo sanitario in Regione Campania, la struttura ospedaliera di Roccadaspide (attualmente dotata di 70 posti letto e con una serie di unità operative davvero di eccellenza) diventerebbe un punto di primo accesso in deroga con (soli) 20 posti letto di Medicina Generale. Una sorte infame quella prefigurata dal commissariato di Governo per il nostro presidio ospedaliero. Noi non siamo cittadini di serie B. Noi paghiamo le tasse come tutti gli altri cittadini d’Italia. Noi non siamo affatto disposti a tollerare un’ingiustizia che non ha alcun fondamento giuridico, umano, sociale, economico e civile. Pertanto, con il presente comunicato, ci appelliamo alla sensibilità dell’intera Comunità, al senso di responsabilità, di solidarietà sociale e di appartenenza ad un territorio già profondamente martoriato, offeso ed oltraggiato nel corso degli ultimi decenni. Questa volta l’offesa proveniente da Stato e Regione Campania potrebbe rappresentare la “morte civile definitiva” di un intero comprensorio”.

 

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