Pietro Pessolano, il volto “umano” della politica: sfogo e intervista “senza censura” dopo l’assoluzione

Abbiamo volutamente lasciato in forma integrale l’intervista al sindaco di Auletta Pietro Pessolano. Una scelta che vuole evidenziare il lato umano che emerge dalle parole di un politico che ha dovuto passare per le forche caudine di un procedimento giudiziario dal quale è stato assolto.

“ASSOLTO ASSOLTO ASSOLTO ASSOLTO ASSOLTO ASSOLTO, 6 A 0. GRAZIE AVV. RAFFAELE Boninfante! PER LA PRIMA VOLTA GRAZIE ALLE MIE FIGLIE E A MIA MOGLIE! PRESTO TUTTI A CASA INSIEME! GRAZIE ai miei Consiglieri! GRAZIE Ai miei cittadini! CHE NON HANNO MAI AVUTO DUBBI SULLA MIA ONESTA’!!!”. Così scriveva Pessolano nella serata di venerdì, subito dopo la sentenza, sulla sua pagina del Social Network Facebook. Sotto il suo post tante, in poco tempo, le attestazioni di stima ricevute: a dimostrazione che chi conosce il sindaco di Auletta non ha mai dubitato della sua onestà.

facebook pessolano

Dalle parole “scritte” da Pessolano emerge il tumulto emotivo causato dall’attesa, dalla consapevolezza di essere innocente, ma anche dall’incertezza che fino alla fine non si riesce a sconfiggere. Nella nostra intervista Pessolano va oltre, e dalle sue parole “pronunciate” emerge il dramma vissuto da parte di un amministratore che ha deciso di “fare” piuttosto che di “rinunciare”. Da ascoltare fino all’ultimo secondo, per capire che cosa ha dovuto passare.

PIETRO PESSOLANO SINDACO AULETTA

Il sindaco di Auletta, Pietro Pessolano, è stato assolto dall’accusa di aver favorito – con una concessione edilizia – un suo parente, un suo zio. La decisione arriva dal Tribunale di Lagonegro, e il primo cittadino difeso dall’avvocato Raffaele Boninfante, riguarda una vicenda di diversi anni fa partita da una denuncia di un altro zio del sindaco su questo presunto favoritismo. Il primo cittadino di Auletta era stato rinviato a giudizio e il pubblico ministero aveva chiesto una condanna a due anni. Ma il giudice del Tribunale di Lagonegro ha ritenuto di assolvere il primo cittadino i vari capi di imputazione (sei) a suo carico sia perché il “fatto non sussiste”, sia perché “il fatto non costituisce reato”. Enorme la soddisfazione del primo cittadino per l’ennesima assoluzione da parte del Foro lagonegrenese. Assolto anche il tecnico comunale coinvolto nella vicenda e inoltre – già in passato – erano state le opere costruite dallo zio del sinda

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