Palermo commemora Joe Petrosino a 113 anni fa dal suo assassinio. Inaugurato un murales per Terranova e Mancuso

Dopo Falcone e Borsellino un altro murales di straordinaria bellezza è stato dedicato al giudice Cesare Terranova e al maresciallo Lenin Mancuso uccisi dalla mafia il 25 settembre 1979. Il murale è stato realizzato dall’artista Igor Scalisi Palminteri sul muro d’ingresso dell’Istituto Giovanni XXIII-Piazzi di Palermo e raffigura – come spiegato dalla Preside dell’istituto la Prof.ssa Aurelia Patanella, il Giudice e il Maresciallo mentre raccontano probabilmente alla stampa, gli esiti di una operazione giudiziaria ben riuscita. L’iniziativa è stata fortemente voluta dalla Associazione per onorare la memoria dei Caduti nella lotta contro la mafia. Un’opera sulla quale il sindaco di Palermo Leoluca Orlando si è così espresso. “Un murale di straordinaria bellezza ricorda Cesare Terranova e Lenin Mancuso. Il loro impegno nella lotta al sistema di potere politico-criminale-mafioso ha segnato la storia del nostro paese.

Inoltre, in ricorrenza del 113° anniversario dell’omicidio del poliziotto italo-americano, Joe Petrosino, l’associazione “Joe Petrosino” di Palermo, ha organizzato una cerimonia commemorativa. Nel luogo del delitto avvenuto 113 anni fa a piazza Marina è stata deposta una corona da parte delle autorità presenti. Joe Petrosino, era un poliziotto, ha lottato fino a sacrificare la sua vita per contrastare la criminalità organizzata. In quel periodo la polizia americana era alle prese con un grosso problema: le mafie italiane. Petrosino dimostrò il suo valore circondandosi di fidatissimi poliziotti italiani e creò quella che fu chiamata la “Italian Squad” di New York. Petrosino inventò il sistema delle “operazioni sotto copertura”, facendo infiltrare i poliziotti italiani nei sistemi criminali, così riuscì ad ottenere molte informazioni che gli permisero di arrivare a catturare e sgominare quasi tutte le organizzazioni criminali a New York.

L’ultimo atto della guerra di Joe Petrosino fu l’arresto del boss Vito Cascio Ferro, il padrino della potente Mafia newyorchese.  Ma arrestare un capo della Mafia decretò da lì a poco la sua condanna a morte.  nella sua lotta contro la criminalità organizzata, decise di andare a Palermo, per approfondire i collegamenti fra la Mafia e la Mano Nera, una società segreta che terrorizzò l’America dei primi del ‘900. Però il suo viaggio in Sicilia gli fu fatale. Infatti, il 12 marzo del 1909 venne ucciso in un attentato a Piazza Marina, con quattro colpi di revolver. Petrosino fu il primo poliziotto italiano con il grado di ufficiale nella polizia di New York, pioniere nella lotta contro il crimine organizzato. Ancora oggi a distanza di 113 anni, grazie al suo incrollabile coraggio, rappresenta un importantissimo simbolo della lotta alle mafie. Ad essere presente alla cerimonia Giuseppe di Miceli, presidente dell’Ente regionale per il Diritto allo studio universitario (E.R.S.U.) di Palermo; Roberto Lagalla, assessore regionale dell’Istruzione e formazione professionale; Leoluca Orlando, sindaco di Palermo; Anna Maria Corradini, presidentessa Associazione Joe Petrosino Sicilia; Caterina Di Bianco vice sindaco di Padula; Vincenzo Lamanna, presidente Associazione internazionale Joe Petrosino Padula; e il pronipote di Joe Petrosino Nino Melito Petrosino che da anni gira il mondo per raccontare la storia di questo poliziotto di valore e qui, a Padula, accoglie centinaia di visitatori ai quali racconta, senza mai stancarsi, le gesta eroiche di un bambino partito da Padula alla conquista dell’America.

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