Cinque anni in carcere “senza aver commesso il fatto”. Assolto un imprenditore salese

Cinque anni vissuti in carcere con l’accusa di far parte di un’associazione dedita allo spaccio ma la Cassazione ha annullato la condanna a 6 anni e 8 mesi per Enzo Casale, imprenditore di Sala Consilina, e ha in pratica fatto terminare un incubo. L’uomo era stato arrestato nell’operazione “Frontiera” che collegava il clan Muto, noto clan della ‘Ndrangheta, al Vallo di Diano e condannato in primo e secondo grado a sei anni e otto mesi (La procura ne chiedeva 13). L’inchiesta aveva portato in carcere 51 persone ed è stata portata avanti da Gratteri. Casale, difeso dall’avvocato Loreto Zozzaro ha vissuto 4 anni in carcere (tra Paola e Potenza) senza aver commesso il fatto come hanno sentenziato gli ermellino che hanno annullato senza rinvio la condanna. Ora si agirà per ingiusta detenzione.

“Quanto successo al mio assistito – ha sostenuto l’avvocato- ci deve far rilfettere soprattutto per quanto concerne l’uso della custodia cautelare che a volte, riguardo in particolare ai reati associativi, si pone davvero ai limiti delle norme costituzionali. È la fine di un incubo anche se, ovviamente, nessuno ridarà al mio assistito gli anni vissuti in carcere e gli affetti più cari persi in questo periodo”.

Una risposta

  1. fusco antonio ha detto:

    ….bene , un caso isolato nella melma di questa giustizia a tempo che colpisce solo i più deboli. Ma è appunto un caso isolato perchè nelle nostre strade circolano delinquenti di ogni ordine , grado ed estrazione sociale e nessuno fa nulla per rinchiuderli e giudicarli, anzi….:

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