Psicofarmaci e violenza ai migranti del Cpr di Palazzo San Gervasio: arrestato un ispettore di Polizia

“Agli ospiti della struttura veniva somministrato Rivotril, conosciuto come la droga dei poveri, senza che ce ne fosse bisogno e chi dava problemi veniva trattato come una scimmia”. Sono le parole del Procuratore della Repubblica di Potenza, Francesco Curcio, nella conferenza stampa in cui stamani sono stati illustrati i dettagli dell’operazione che ha portato all’arresto di un ispettore della Polizia nell’ambito di un’inchiesta sul “Centro di permanenza per i rimpatri” di Palazzo San Gervasio, in provincia di Potenza.
Tutto parte da un filmato trasmesso il 21 gennaio 2023 da “Striscia la notizia”, dove si vede uno dei poliziotti in servizio nel CPR potentino che fa somministrare, con forza, un farmaco ad un migrante. Dopo l’uscita del filmato sia l’agente che la procura avevano sottolineato che l’ospite che subiva la somministrazione aveva aggredito precedentemente un’infermiera e cercato di accoltellare il poliziotto. Ma secondo il Procuratore di Potenza la verità è un’altra, la relazione di servizio avrebbe attestato il falso, calunniando lo straniero, come confermato dall’inchiesta.
Oltre all’arresto di stamane sono tre le misure interdittive e una trentina gli indagati, tra i quali diversi medici che hanno prescritto il farmaco che dovrebbe essere invece usato solo per chi è malato di epilessia. In un altro filone dell’inchiesta, è emerso inoltre, come dichiarato da Curcio “un vero e proprio monopolio dell’assistenza legale, all’interno del Cpr, con parcelle, in un caso anche di 700 mila euro, liquidate dallo Stato a un solo studio legale”.
Per l’ispettore della Polizia di Stato, posto ora agli arresti domiciliari, le accuse sono quelle di violenza privata pluriaggravata, falso ideologico, calunnia e truffa aggravata ai danni dello Stato. È stato inoltre disposto il divieto per un anno ad esercitare imprese ai gestori del centro e ad un medico, accusato di maltrattamenti, falsi ideologico e violenza privata pluriaggravata.

Emanuela Collazzo

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