Tre suore di clausura si barricano nel monastero di Ravello. Trasferite due consorelle “ribelli”

Si sono barricate nel Monastero di Ravello rifiutandosi categoricamente di essere trasferite. Protagoniste di questa protesta balzata alla cronaca tre suore: Suor Maria Cristina Fiore di 97 anni, originaria di Foggia ma che vive nel Monastero di Santa Chiara di Ravello dal 1955 e che a causa delle sue condizioni di salute è accudita da due consorelle,  l’indiana Suor Angela Maria Punnackal e la 46enne Suor Massimiliana Panza di origini nolane. Le tre suore di clausura si sono prima barricate nel Monastero rifiutando di uscire ed anche di aprire alla delegazione guidata dal Commissario Pontificio, il francescano Giorgio Silvestri. Il patrimonio del Monastero si aggira intorno ai 50 milioni di euro. Le suore di clausura attraverso una lettera inviata a Papa Francesco comunicavano la loro volontà di donare l’intero patrimonio immobiliare alla Santa Sede nella speranza di scongiurare la chiusura dal Monastero. Ed invece, insistenti voci relative alla volontà della stessa Santa Sede, di chiudere la struttura, hanno spinto le tre consorelle a barricarsi dentro il monastero.  Dopo vari tentativi di entrare, l’intervento dei Carabinieri, e anche del sindaco di Ravello, e numerosi rifiuti per diversi giorni, le suore hanno infine aperto a  padre Giorgio Silvestri e a suor Damiana Ardesi, presidente delle Clarisse Urbaniste d’Italia  ed accettato il trasferimento, a malincuore.  Padre Silvestri ha spiegato che il Monastero non è stato mai soppresso ma sta avvenendo un avvicendamento con quattro nuove religiose. L’unica a rimanere nel Monastero dove vive da circa 65 anni è Suor Maria Cristina di 97 anni che sarà assistita da una consorella infermiera. Il Monastero di Ravello è ritenuto tra le più antiche fondazioni francescane femminili in assoluto e la vicenda del rischio soppressione va avanti già dallo scorso anni, ma secondo quanto riferito da Padre Giorgio, la federazione “sta immettendo nuove energie per consentire la prosecuzione dell’istituzione”.