Ecco i 6 prodotti tipici del Vallo di Diano promossi tra i Prodotti Tradizionali della Campania

Sono 6  i prodotti tipici del Vallo di Diano che vanno ad arricchire l’elenco dei Prodotti Tradizionali della Campania. Tre sono prodotti di Monte San Giacomo: la patata, la “pera lardara” e “patann e cicc“. Un altro prodotto tipico sono gli “Stufati di Teggiano“, mentre altri due sono catalogati come prodotti del Vallo di Diano: si tratta della “Cuccija” e dell’ “Orvula“. Per questi 6 prodotti del Vallo di Diano, insieme ad altri 22 provenienti da altre aree della Campania, l’Assessorato all’Agricoltura della Regione Campania ha inoltrato inoltrata apposita proposta di inserimento nell’elenco dei Prodotti Tradizionali al Ministero delle Politiche Agricole e Forestali. Si tratta di un grande successo per il Vallo di Diano, che concretizza in meno di un anno l’iniziativa per la valorizzazione dei suoi prodotti tradizionali intrapresa dal Comitato Cittadino Spontaneo Monte San Giacomo Libero e dal Codacons Vallo di Diano. Iniziativa che, voluta in modo particolare da Salvatore Gasparro, aveva visto ad Agosto 2014 la prima visita a Monte San Giacomo del responsabile dell’elenco dei prodotti tradizionali della Regione Campania, il dott. Ferdinando Gandolfi. Da quel momento i contatti tra l’Assessorato all’Agricoltura della Regione Campania ed il Vallo di Diano si sono intensificati, ed il cerchio si è stretto in particolare sui 6 prodotti che sono stati promossi.  Per le ricerche e le documentazioni necessarie sono stati utilizzati anche due importanti testi scritti dal professor Giuseppe Colitti, studioso e ricercatore di Sala Consilina: “Lungo le Vie degli Antichi Sapori” e “Il Tamburo del Diavolo“. Grande ovviamente la soddisfazione di Salvatore Gasparro, Questa iniziativa -sottolinea- è solo un punto di partenza per la promozione delle eccellenze agricole, ed è funzionale alla rivalutazione e allo sviluppo delle attività agricole locali. Adesso spetta alle autorità ed agli Enti sostenere le attività agricole: questi riconoscimenti rappresentano una conferma che lo sviluppo locale deve passare dall’agricoltura e dal turismo eno-gastronomico. Dobbiamo promuovere uno sviluppo che sia possibile per tutti, non il petrolio che invece porta sviluppo alle multinazionali ed inquinamento al territorio”.

Ma conosciamo un pò meglio i 6 prodotti del Vallo di Diano che sono stati promossi nell’elenco dei Prodotti Tradizionali della Campania:

La Patata di Monte San Giacomo:

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Nelle tipologie patata a pasta gialla, patata a pasta bianca e patata rossa. La coltivazione dei tuberi avviene in terreni sedimentari (tradizionalmente denominati di “terrapuglia”), ad altezze superiori ai 750 mt slm. Questo tipo di coltivazione trae le sue caratteristiche dal fatto che non si procede all’irrigazione in nessuna delle fasi di coltivazione conferendo alla polpa un minore contenuto in acqua in favore di un più alto contenuto in amidi, nutrienti e sali minerali, specie in ferro di cui i terreni sedimentari ne sono ricchi. Per la tipologia “Patan ri fuos”, il prodotto conserva la freschezza di un prodotto appena raccolto in epoche in cui i tuberi portati a valle e conservati in modo tradizionale mostrano i segni della disidratazione o l’emissione dei germogli

La “pera lardara” di Monte San Giacomo

pere lardare

Frutto autoctono, colore giallo oro, a maturazione avvenuta (dopo raccolta) la polpa interna si presenta di colore marrone scuro. Il diametro massimo del frutto raggiunge i 6-7 cm. Gli alberi, quasi sempre ereditati nelle proprietà familiari non subiscono nessun trattamento di coltivazione ma crescono in modo spontaneo. Le condizioni pedoclimatiche (coltivazione oltre 750 mt/slm) rendono i terreni montani del Comune di Monte San Giacomo l’unico habitat in cui l’albero porta a maturazione i propri frutti. Prove fatte in passato di coltivazione in terreni di altri Comuni limitrofi hanno evidenziato che i frutti non raggiungevano la maturazione e cadevano dall’albero in modo prematuro. Nel periodo autunnale di Settembre-Ottobre, si raccolgono i frutti di questo ceppo autoctono di pero, a maturazione quasi avvenuta, si raccolgono manualmente i frutti che andranno distesi su spianate e mantenuti in soffitta. Periodicamente si controllano e quando queste risulteranno morbide al tatto vengono deposte man mano in contenitori ricolmi di acqua di fonte e lasciati aperti (un tempo per allungare la conservabilità del prodotto si usava acqua piovana). L’acqua deve ricoprire completamente i frutti. Nelle ricorrenze particolari, feste natalizie o pasquali oppure quando la religione richiede l’astensione dal consumo di carne, si preparano delle ricche insalate aventi come base queste pere accompagnate da alici salate, olive nere o verdi e peperoni arrostisti filettati condito il tutto con aglio, sale ed olio. Questa, a parte gli stufati napoletani che richiedono l’uva nella preparazione, è una delle pochissime ricette agrodolci della Campania, mentre è sicuramente l’unica per l’intero territorio del Vallo di Diano.

Lepatann e ciccdi Monte San Giacomo

patane e cicc

Piatto tradizionale, presentato in piatto singolo o zuppiera avente come base questa specie di purè di patate e fagioli condito al centro con peperoni fritti o con peperoni secchi fritti (cruschi). Dalle “Patate di Monte San Giacomo”, dai fagioli e dalla polvere di peperone dolce (peperone sciuscillone), ed olio, si è sempre ottenuta una ricetta esclusiva di questo Comune. Si tratta di una sorta di purè con gli ingredienti descritti avente sia la funzione di piatto unico che di contorno ad altre pietanze. Si è soliti condire questo piatto adagiando su di esso una abbondante mestolata di peperoni fritti. A dimostrazione del fatto che questa preparazione insiste sul territorio da oltre 25 anni, come richiesto dalla normativa, c’è la sagra annuale di “Patan e Cicc” che si svolge a Monte San Giacomo e  che vanta già XXXI edizioni.

Gli Stufati di Teggiano

stufati teggianesi stufati teggianesi 2

Questa ricetta di antiche tradizioni rappresenta uno dei pochi esempi di agrodolce nella cucina locale. Questa preparazione è tipica della vigilia di Natale, giorno in cui non si consuma carne. Ingrediente fondamentale è l’uva da vino, sia bianca che rossa, i grappoli scelti durante la vendemmia  verranno posti in soffitta per essere appassiti in modo naturale. Il piatto è uno composito di spaghetti conditi con mollica di pane, uva passita, acciughe, il tutto  aromatizzato con qualche rametto di origano.  Ingredienti: spaghetti, uva da vino passita, filetti di acciughe, mollica di pane, sale, origano, olio, aglio, olive. Si portano a metà cottura gli spaghetti in abbondante acqua salata, si scolano bene, dopodiché in un tegame a bordo alto da forno si inizia a stratificare gli spaghetti con i chicchi di uva (solo sgranati), qualche pezzetto di filetto di acciuga, un po’ di origano (a piacere) e la mollica di pane precedentemente tostata con un po’ di olio ed aglio (che poi viene tolto). Riempita la teglia si termina con una abbondante copertura di mollica di pane ed un generoso filo di olio extravergine di oliva. La teglia ben chiusa dal proprio coperchio in epoca passata veniva posta sopra un treppiede da fuoco con brace sotto e ricoperta di cenere frammista a carboni ardenti così da ottenere un effetto forno. In epoca attuale gli stufati vengono portati a cottura nei comuni forni domestici o nei forni a legna.

La cuccija e l’orvula del Vallo di Diano

ciccija

La cuccija è una zuppa di grano, ceci, mais, lenticchie ed altro. Era tradizione consumarla il 1 Maggio: secondo la “leggenda popolare” chi la consumava in quel giorno non sarebbe stato aggredito dalle mosche nei campi.

L’ orvula è un salume a fetta larga che impiega molto più tempo per la stagionatura. La tradizione vuole che fosse aperta in occasione della trebbiatura ed offerta a tutti quanti collaboravano al faticoso lavoro.

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