Caritas Diocesi Teggiano Policastro: accolti 25 minori non accompagnati dopo lo sbarco a Salerno

Dopo lo sbarco di lunedì al porto di Salerno di 1044 migranti,La Caritas diocesana di Teggiano-Policastro, ha deciso di  ospitare 25 minori stranieri non accompagnati. I giovani ospiti che hanno una età compresa tra i 15 e i 17 anni e provengono dall’Eritrea, dal Gambia, dal Bangladesh, dalla Nigeria, dal Senegal e dal Mali, sono stati accolti nella seratadi lunedì in due strutture del Vallo di Diano: una a Padula e una nel borgo di Montesano sulla Marcellana. La Caritas diocesana di Teggiano-Policastro ha già predisposto che nei prossimi giorni vengano avviate le lezioni per l’apprendimento della lingua italiana. “Si ripropone, afferma in una nota Don Vincenzo Federico, direttore della Caritas della Diocesi di Teggiano Policastro, sul territorio l’esperienza di accoglienza dei minori stranieri non accompagnati. Una sfida  già intrapresa nel 2011, in piena emergenza nordAfrica quando pure furono accolti 25 minori poi inseriti in contesti socio-lavorativi. Anche in occasione dello sbarco dei 1044 migranti dalla Fregata Fasan della Marina Militare lo scorso 1 settembre a Salerno, la Caritas diocesana di Teggiano-Policastro ha partecipato alle operazioni di prima accoglienza. I volontari hanno presidiato il molo distribuendo le ciabatte a uomini donne e bambini che si sono ritrovati a scendere dalla nave a piedi nudi.  I volontari- mediatori della Guinea, del Pakistan, della Tunisia, del Senegal, del Mali, dell’Etiopia, hanno dato poi il loro contributo e nelle attività di traduzioni resesi necessarie presso la Questura di Salerno e nelle attività di accompagnamento dei migranti in altre regioni d’Italia: Piemonte, Friuli Venezia Giulia,  Toscana, Veneto. La rete della Caritas di Teggiano Policastro- ad oggi, ha partecipato a 6 operazioni di sbarco presso il Porto di Salerno e di Napoli, e ha offerto la propria disponibilità di posti in accoglienza in occasione degli sbarchi avvenuti a Brindisi, Taranto, Crotone, Reggio Calabria. “In un momento di emergenza come questo- continua Don Vincenzo Federico,   non si può rimanere fermi ad assistere all’esodo di migliaia di persone che scappano via da guerre, persecuzioni, miseria e che arrivano qui spesso con i segni del lutto per aver perso mogli,mariti, fratelli, figli e amici. Occorre accantonare sterili polemiche: avere ben presenti tutte le difficoltà che pure esistono nel tenere in piedi la macchina dell’accoglienza ma non anteporle all’impegno umano e cristiano davanti a cui questa drammatica e complessa vicenda ci pone”.

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