Referendum, le analisi e le riflessioni sulla vittoria del NO di Giulio Pica

Riceviamo e pubblichiamo alcune riflessioni sull’esito del Referendum del 4 dicembre da parte di Giulio Pica*.

giulio pica referendum

“A pochi giorni dall’esito referendario del 4 dicembre, è possibile fare un’analisi un po’ più distaccata e sobria della bocciatura della proposta di riforma della Costituzione avanzata dal duo Renzi – Boschi.

Il rifiuto dello stravolgimento della Carta fondamentale si è manifestato in maniera quasi omogenea su tutto il territorio nazionale, più marcato al Sud (specialmente in Sardegna ed in Sicilia) ma altrettanto forte in Liguria, Lombardia e Veneto. Consultando i dati diffusi ieri da Youtrend, si evince che il NO ha vinto con il 65,8% nei 100 comuni con più disoccupati, mentre il SI si è affermato con il 59% nei 100 comuni con meno disoccupati. Scomponendo i dati per distribuzione anagrafica emerge che il NO vince, addirittura con l’81%, tra gli elettori di età compresa tra 18 e 34 anni, con il 67% nella fascia di età compresa tra i 35 ed i 54 anni, mentre tra gli over 55 il SI vince con il 53%. Più delle tante affermazioni di parte, i numeri spiegano le ragioni della sconfitta della proposta renziana, ascrivendola soprattutto al fallimento delle politiche sociali del governo Renzi ed al totale abbandono di milioni di giovani, prevalentemente scolarizzati e disoccupati (il 65% dei diplomati ed il 61% dei laureati ha votato NO) ad un destino di precarietà e di impieghi squalificanti e scarsamente retribuiti. Demopolis ci dice che tra il 59% di coloro che hanno votato NO, il 33% lo ha fatto criticando nel merito la riforma, mentre il rimanente 67 %, ovvero 2 su 3, ha trascurato l’analisi del contenuto del testo mandando, piuttosto, un segnale di forte ostilità al governo Renzi per la mancata soluzione della questione sociale (disoccupazione giovanile, precarietà, divario Nord – Sud).

Quindi, al di là di una pessima riforma che tanti come me hanno contrastato nel merito negli incontri che, con il comitato per il NO, abbiamo tenuto a Sala Consilina e San Giacomo, la sonora sconfitta di Renzi arrivata al Referendum  è da ricondurre prevalentemente ad una politica economica molto più sensibile alle esigenze di banchieri, finanzieri, capitani d’industria e petrolieri, che ai bisogni di quelle classi sociali meno abbienti che soprattutto un partito come il PD avrebbe dovuto tutelare. Nella nostra Regione, inoltre, una grossa spinta alla vittoria del NO l’ha data, forse a sua insaputa, il governatore De Luca durante quella infelice performance all’hotel Ramada di Napoli  dove, alla presenza di 300 sindaci, li ha invitati spudoratamente a mobilitare schiere di clienti a favore del SI. Viene da chiedersi: “Difronte ad una dichiarazione così sfacciatamente in linea con la peggiore tradizione del clientelismo meridionale, come avrebbe potuto votare SI un giovane campano, lucano, calabrese, disoccupato, precario, scolarizzato e giustamente incazzato ?”.

A dispetto della retorica di Renzi, tutta improntata al giovanilismo, all’innovazione, alla modernità, alla rottamazione degli anziani e della vecchia politica, sono stati proprio i giovani a rimandare al mittente con il Referendum una proposta di riforma costituzionale tanto pasticciata quanto incapace di affrontare i veri problemi del Paese. Non è stato il popolo, genericamente e populisticamente inteso, a mandare la lettera di sfratto a Renzi, ma milioni di cittadini, nella maggior parte giovani e precari, stufi di descrizioni tanto ottimistiche quanto non veritiere di un Paese paradisiaco che non c’è”.

Giulio Pica

*Giulio Pica è nato a Sala Consilina nel 1964. Vive a Sala Consilina e lavora come sociologo al Sert di Potenza dal 1993. Non appartiene ad alcun partito politico ma segue con costanza l’evoluzione della politica e dei fenomeni sociali in genere. Di recente ha pubblicato il volume “Sala, Napoli, Berlino”

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