La salma rinnegata, le mosche sul corpo e (almeno) un moto di solidarietà del Vallo di Diano

Vincenzina Magliano è morta sola. Era vedova e senza figli. E sola è rimasta per oltre 24 ore. E’ morta sola in una struttura ospedaliera, con l’affetto unico e molto professionale dello staff medico, ma non dei suoi parenti. Stiamo parlando della donna di 87 anni, residente a Santa Marina, deceduta nell’hospice di Sant’Arsenio oramai quattro giorni e trasferita nella cella frigorifera del “Luigi Curto” di Polla dove ora giace. E’ una storia triste. Assai. E anche ricca di nodi. La donna è stata trasferita a Sant’Arsenio dalla una struttura per anziani di Torraca da una persona non sua parente – almeno stando ai primi accertamenti da parte dell’amministrazione santarsenese che si sta interessando al caso – e qui è deceduta per cause naturali dopo alcuni giorni. Il corpo della sfortunata donna è stata adagiata nella camera mortuaria di Sant’Arsenio (dove manca una cella che possa conservare i cadaveri a lungo tempo), avvolto da un lenzuolo. La scoperta di mosche sul suo volto e l’immobilismo su chi doveva intervenire ha scatenato la reazione da parte di persone che lavorano nell’ospedale di Sant’Arsenio. Sono anche stati avvertiti i carabinieri della stazione di Polla. Il sindaco Donato Pica ha cercato di mettersi in contatto con il Comune di Santa Marina e i parenti della donna. Nel frattempo con i direttori sanitari Mondelli, del Distretto, e Mandia, del “Luigi Curto” è stato deciso il trasferimento nella cella frigorifera in attesa di capire chi dovesse organizzare i funerali. Il Comune di Santa Marina ha, poi, risposto a quello di Sant’Arsenio con una lettera nella quale ha ricordato la legge di questi casi “Se non vi siano eredi (parenti fino al sesto grado) e se ci fossero ma dimostrassero uno stato di indigenza, i cadaveri, quando non venga richiesta altra destinazione devono essere ricevuti nel comune dove è avvenuto qualunque fosse la residenza in vita”. Il sindaco Giovanni Fortunato – pur colpito dal punto di vista umano – ha risposto in base alla legge ma allo stesso tempo anche lui, come  il collega di Sant’Arsenio, ha avviato una sorta di indagine per ricostruire il tutto. Tra i nodi da sciogliere anche chi pagava la retta a Torraca e chi – laddove fosse successo – aveva possibilità di accedere alla pensione di Vincenzina.

In questa situazione però occorre aggiungere anche il moto di solidarietà da parte del territorio. Un fioraio del Vallo di Diano – che intende restare anonimo – donerà il cuscino di fiori, i cittadini santarsenesi si sono mobilitati per supportare l’eventuale funerale. L’indignazione è tanta ma anche la volontà di non lasciare sola, ora, Vincenzina.

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