Emergenza Coronavirus, i Pacchi da giù resi famosi da Casa Surace dalle famiglie di Salerno e Avellino ai ragazzi “bloccati” al nord

I pacchi da giù, si, esattamente quelli finiti nella magica attenzione dei ragazzi di Casa Surace. Quella pratica meravigliosa utilizzata da ogni genitore del sud verso il figlio che sta al nord o comunque fuori casa. I Comuni di Oliveto Citra, Contursi Terme, Colliano Valva e gli avellinesi Senerchia e Calabritto si sono uniti ed hanno fatto partire un camion, grazie ad un’azienda di trasporti del territorio, Torsiello Trasporti, perché giungesse a tanti ragazzi che sono rimasti a studiare a nord o che lavorano fuori casa di avere appunto un pacco da giù.

Emergenza Coronavirus, i “Pacchi da giù” resi famosi da Casa Surace dalle famiglie di Salerno e Avellino ai ragazzi “bloccati” al nord

EMERGENZA CORONAVIRUS, I “PACCHI DA GIÙ” RESI FAMOSI DA CASA SURACE DALLE FAMIGLIE DI SALERNO E AVELLINO AI RAGAZZI “BLOCCATI” AL NORD

Pubblicato da Italia Due su Martedì 7 aprile 2020

Chiusi in casa, tra didattica a distanza anche per l’università o smart working per chi lavora, ecco che tanti ragazzi si sono visti recapitare un pacco dono pasquale. Non c’erano solo leccornie di ogni tipo, però, niente affatto, non c’erano solo olio, sughi, soppressate e salsicce, fagioli, carne, sottoli, sottaceti ed ogni altro ben di Dio, c’era soprattutto il profumo di casa, l’amore dei propri genitori, la nostalgia di saperli lontani a Pasqua. Di saperli soli in un giorno di festa come mai accade al Sud. Ma in questo tempo di Coronavirus è così. Ed ecco allora che, grazie a questa iniziativa dei Comuni, tutti hanno potuto far recapitare, gratuitamente e a domicilio, oltre duecento pacchi. Sono arrivati in 28 città italiane, da Roma a Firenze Bologna, a Torino, a Venezia e Milano ed oltre ancora. A testimonianza che tutto è andato bene ci sono le tante foto di quei meravigliosi pacchi pieni o tavoli improvvisamente imbanditi con il gusto di casa. Un modo per far sentire meno soli i propri figli, ma anche perché gli stessi genitori si sentano meno soli, sapendo che in  questi giorni di Pasqua potranno in fondo condividere lo stesso cibo. Ovviamente non sono mancate uova pasquali e pastiere e qualche biglietto a testimonianza dell’affetto. Visto il successo dell’iniziativa, non si esclude di ripeterla ancora. La quarantena si annuncia lunga ed il filo dell’amore familiare potrà così ancor più rinsaldarsi e consolidarsi, soprattutto con una tavola bandita di cose di casa. Quella del Sud.

MARGHERITA SIANI

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *