Benedetta De Luca a Venezia. “La dedico alla ‘me bambina’, alle mie sofferenze e alla donna che sono oggi”

“Non sono una modella, non ho mai fatto un programma tv e non ho mai interpretato un ruolo da protagonista in un film. Credevo di non poter essere parte di questo mondo perché “troppo bassa”, con “ qualche chilo di troppo” e soprattutto, senza nasconderci dietro ad un dito, ho un’evidente disabilità. Ed invece Lunedì ero lí, sfilavo orgogliosa su quel prestigioso tappeto rosso, ad una kermesse così importante”.

Sono le parole di Benedetta De Luca influencer di Sala Consilina, dopo aver coronato il sogno di sfilare sul red carpet della 78esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia, in occasione della presentazione del film “La scuola cattolica”. Benedetta ha portato a una kermesse di così alto livello il suo messaggio, che parla di Inclusione e Diversità. Due parole chiave nella vita di Benedetta De Luca, che campeggiano da sempre anche sui suoi profili social.

Benedetta,  testimonia l’importanza di seguire i propri sogni senza arrendersi alle difficoltà, di vivere pienamente la vita ogni giorno e con orgoglio. La disabilità, per lei, non è più un ostacolo, anche se in passato ha dovuto fare i conti con le insicurezze, con chi non la riteneva all’altezza, col bullismo. Dalla nascita convive con una disabilità motoria che l’ha portata moltissime volte in sala operatoria.

Non posso descrivervi le emozioni che ho provato – dice Benedetta – perché ho ancora un senso di confusione mista a gioia. Ricordo il cuore a mille, al mio pensare a cosa dover fare una volta lí, a come mettermi in posa. Vedevo centinaia di fotografi che urlavano il mio nome per scattarmi delle foto, quelle luci abbaglianti ed io ero lí, fiera e sorridente. Ho posato orgogliosa, senza nascondere nulla di me, non temevo giudizi, non temevo di non essere all’altezza.

Anzi – continua emozionata –  fremevo dalla voglia di mostrare al mondo quanto sia importante dar valore alla diversità, quanto sia bello poter far sentire rappresentate tante persone che vivono una situazione simile alla mia. E ho capito di aver aggiunto un altro importante tassello a questo forte messaggio che, da tanti anni, con dedizione, impegno e ambizione, porti avanti. Lo dedico – conclude Benedetta – alla me bambina, sofferente in un letto di ospedale, alla me adolescente vittima di bullismo, a quelle porte in faccia, ai miei momenti no, alla mia salute labile e alla mia voglia di vivere , perchè è grazie a tutto questo se sto costruendo la donna che sono oggi”.

 

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