Truffa del pellet “bulgaro” per 12 milioni di euro: sette persone denunciate

La Guardia di Finanza di Salerno ha notificato un avviso di conclusione delle indagini a sette persone, ritenute responsabili, a vario titolo, di una frode fiscale transnazionale dal valore di circa 12 milioni di euro. Gli accertamenti hanno interessato inizialmente il titolare di una società di commercio all’ingrosso di eco-combustibile nel Cilento, un uomo senza alcuna esperienza manageriale che, già dai preliminari riscontri, si è rivelato un mero prestanome.

Attraverso di lui, i due professionisti di Paduli nel beneventano, che di fatto gestivano la ditta, effettuavano gli acquisti di pellet da una fornitrice bulgara, in modo da rientrare nel regime di esenzione dell’IVA previsto per le operazioni intracomunitarie. Sempre a queste persone sono poi risultate riconducibili anche ulteriori tre imprese intestate sempre a “teste di legno”. Tra i titolari fittizi, figura addirittura un pluripregiudicato napoletano che, nel periodo di attività della società formalmente amministrata, era recluso in carcere.

Si è in questo modo delineato il classico schema della “frode carosello” che, nel caso di specie, si è sostanziato nell’utilizzo di quattro imprese “fantasma”, mediante le quali veniva fatto risultare l’acquisto del legname dall’estero e la successiva vendita ad altri coinvolti compiacenti, residenti nel territorio dello Stato.

Giunta in Italia, la merce poteva essere rivenduta a prezzi concorrenziali non avendo mai “scontato” il versamento dell’imposta (quantificata in 2,2 milioni di euro), il cui adempimento veniva in ogni caso addebitato alle società “cartiere”. Nel corso degli approfondimenti è peraltro emerso che una di queste ultime aveva pure ricevuto circa 100mila euro di contributi a fondo perduto sfruttando false dichiarazioni

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