Il ministro Di Maio in Tunisia. Muroni: “Spero abbia parlato anche dei rifiuti partiti da Polla”

“L’Italia continua a promuovere la collaborazione tra Paesi nel Mediterraneo. Di ritorno dalla Tunisia, dove ho incontrato le massime autorità locali per rafforzare ancora di più i nostri rapporti e fare un focus comune sul Mediterraneo. Per il nostro Paese la Tunisia è un partner strategico e il lavoro che portiamo avanti fa bene anche alle imprese italiane: quelle che già operano qui sono oltre 800, e lavoriamo affinché gli scambi economici aumentino sempre più. Abbiamo a cuore anche il percorso che vede la Tunisia ristabilire la completa normalità democratica, nel pieno rispetto dei diritti fondamentali e nella promozione della stabilità. Quest’ultimo aspetto è fondamentale anche per il contrasto dei flussi migratori irregolari. L’Italia ha un ruolo centrale negli equilibri internazionali e il nostro lavoro per continuare ad affermarlo va avanti”, questo il comunicato ufficiale del ministro Di Maio dopo la visita lampo in Tunisia di ieri, nessun accenno ai rifiuti sequestrati partiti da Polla.
“Speriamo in occasione della visita in Tunisia del Ministro degli Esteri Di Maio sia affrontata non solo la delicata questione dei migranti, parlando anche di canali sicuri e legali di accesso in Europa, ma anche quella dei rifiuti italiani illecitamente esportati in Tunisia. Da circa un anno e mezzo 212 container con migliaia di tonnellate di rifiuti urbani indifferenziati sono stoccati nel porto tunisino di Sousse e con il passare dei mesi la situazione si fa sempre più grave per ambiente, giustizia e cooperazione internazionale. Come già stabilito dalla Regione Campania e confermato da Tar e Consiglio di Stato questi rifiuti devono essere rimpatriati in Italia. Di recente anche il Relatore Speciale delle Nazioni Unite su sostanze tossiche e diritti umani, Marcos Orellana, è intervenuto sul caso confermando quanto chiediamo da mesi: i rifiuti vanno rimpatriati in Italia senza ulteriori ritardi. Nonostante sia passato tanto tempo, infatti, si continua a rinviare e i container sono ancora parcheggiati in Tunisia. Torniamo quindi a sollecitare il governo italiano, come già fatto anche dalle associazioni ambientaliste italiane e tunisine, a intervenire con urgenza per riportare in Italia i rifiuti e a rivalersi poi nei confronti dei responsabili del traffico all’esito del procedimento giudiziario”.
Lo dichiarano Rossella Muroni, deputata di FacciamoECO, e Majdi Karbai, deputato del Parlamento tunisino del Gruppo Democratico eletto nel partito Corrente democratica.
“Ricordiamo che questa vicenda ha portato all’arresto di dodici persone in Tunisia e a un’inchiesta presso la Procura di Potenza. E che sono tuttora stoccati a Sousse, sotto sequestro preventivo, i container carichi di rifiuti spediti dall’azienda italiana Sviluppo risorse ambientali alla tunisina Soreplast. Una ispezione delle Dogane tunisine ha infatti rivelato che nei container non ci sono rifiuti plastici come dichiarato –  spiegano Muroni e Karbai –, ma scarti di ogni tipo da differenziata domestica destinati non al recupero bensì alla discarica o all’incenerimento. Tipologia che non può essere esportata tra paesi UE ed extra UE”.
“Non è accettabile che in Europa e in Italia si lavori alla transizione ecologica e che, contemporaneamente, qualcuno pensi di guadagnare esportando illecitamente rifiuti in un Paese amico.  È tempo di passare all’azione per sanare quanto prima la situazione e speriamo che dalla visita del Ministro Di Maio a Tunisi possano arrivare risposte in tale direzione” concludono Muroni e Karbai.

“Parliamo di un caso preoccupante sul quale ho proposto un’audizione di Majdi Karbai, che molto si è impegnato per la corretta conclusione della vicenda, presso la Commissione Parlamentare di Inchiesta sulle Attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati” aggiunge infine l’On. Muroni.

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