Tragedia di Ravello: il bus turistico andava piano ed il muretto si è sgretolato

Andava piano il bus turistico precipitato lungo la strada che unisce Ravello al bivio di Castiglione e che ha provocato la morte di Nicola Fusco, l’autista di 29 anni, figlio del proprietario dell’azienda di trasporti. L’autobus, da 39 posti, aveva poco prima della tragedia accompagnato un gruppo di turisti a Ravello. Il bus è volato giù, per circa 20 metri, nella scarpata sottostante il curvone di Cigliano. L’arteria, la ex strada regionale 373 è stata riaperta al traffico in parte. Rimane sotto sequestro la corsia esterna  ed il muro che la costeggiava. L’arteria, di competenza della Provincia di Salerno, ha visto nelle ore dopo l’incidente a lavoro i rocciatori  che hanno effettuato un complesso intervento di bonifica, procedendo al disgaggio di arbusti e massi resi pericolanti dalla caduta del bus. Il mezzo di trasporto, invece, rimane ancora castrato nella zona dell’impatto. A proposito del muretto che costeggia la carreggiata, dai primi rilievi sembra che non solo non rispetti, per altezza gli standard di sicurezza, ma che inoltre non fosse in condizioni ottimali tanto da sfarinarsi sotto il peso dell’autobus turistico.  E’ quanto rivelano le immagini delle telecamere di videosorveglianza di una struttura della zona che riprende le drammatiche sequenze dell’incidente. Si vede l’autobus procedere con lentezza e, probabilmente slittando, si sarebbe adagiato già in sottosterzo al muretto. Che si è sbriciolato aprendo il vuoto dinanzi a quel mezzo pesante poi rimbalzato sulla roccia prima di affossarsi sulla pedonale via Valle del Dragone dove è rimasto incastrato tra il muro a secco su cui poggia la soprastante provinciale e quello di un’abitazione. Nell’impatto violento il corpo del povero Nicola è stato sbalzato giù rovinando per almeno altri venti metri. A individuarlo, accanto al letto del torrente, sono state alcune persone che dalla strada e dai fondi circostanti, richiamate dall’assordante boato, sono accorse sul posto.

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