“Com’eri vestita?”: la mostra itinerante di Amnesty International a San Pietro al Tanagro in occasione del 25 novembre

“Com’eri vestita?”: a San Pietro al Tanagro la mostra che racconta storie di violenza in occasione del 25 novembre, ovvero la Giornata Internazionale per l’eliminazione contro le donne. Ad organizzare questa  mostra itinerante è Amnesty International con  l’associazione Libere Sinergie  di Milano, che ha importato l’iniziativa dagli Stati Uniti che, a  San Pietro al Tanagro, verrà inaugurata dal Comune e dalla Cooperativa sociale ISKRA ed il SAI Casa Miriam giovedì 23 novembre alle ore 17:30 presso l’atrio della Casa Comunale a San Pietro, in Piazza Enrico Quaranta. Presenzieranno alla conferenza stampa il sindaco di San Pietro al Tanagro Domenico Quaranta,  la Dott.ssa Angelamaria Isoldi, psicologa di Casa Miriam, la coordinatrice di Casa Miriam Miriam Cariati, la Dott.ssa Eleonora Pagano, psicologa e psicoterapeuta supervisora di Casa Miria, e la responsabile del Centro Antiviolenza Aretusa, la Dott.ssa Katia Pafundi. L’installazione sarà visibile fino al 13 dicembre, negli orari di apertura del Comune e su prenotazione.

La mostra prende ispirazione dalla poesia “What I wish wearing?” (Cosa indossavi?) di Mary Simmerling, in cui viene descritta lo stupro subito nell’estate del 1987. Nel poema viene descritto il suo abbigliamento rispondendo alla domanda “Cosa indossavi?” e conclude con un’affermazione incisiva che riformula il quesito ribaltando la prospettiva, ovvero “Ricordo anche cosa indossava lui quella notte anche se in verità nessuno lo ha mai chiesto”. Viene narrato il filtro del pregiudizio a cui le donne sono sottoposte dopo le violenze subite, lo stereotipo più comune che riguarda lo stupro e colpevolizza la vittima, mettendo in correlazione l’abito indossato dalla vittima e lo stupro subito. L’obiettivo dell’installazione è proprio quello di rendere visibile questo stereotipo, per annientare, quindi la convizione diffusa che in qualche modo la donna vittima “se la sia cercata” o ne sia stata incosciamente responsabile.

Contestualmente, l’installazione intende promuovere la campagna di Amnesty International #Iolochiedo, volta a sollecitare al Ministero della Giustizia un adeguamento della legislazione italiana alle norme internazionali. Quindi la revisione e modifica dell’articolo 609-bis del Codice Penale, affinchè qualsiasi atto non consesuale sia punibile.

Nella mostra sarà possibile vedere 17 storie di violenza  accompagnate da 17 outfit indossati dalle vittime: tute, pigiami, maglioni a collo alto che riproducono quelli reali indossati al momento dell’abuso. Saranno proprio quelle trame di tessuti che guideranno i visitatori e le visitatrici in un percorso di sensibilizzazione e presa di conscienza, nell’intento di  demolire quella che è la “cultura dello stupro”.

Carmen De Fina

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