Al via dall’8 dicembre a Napoli il “Festival Alter Nativo-La Parola Politica'”: dibattito sul civismo come nuovo contratto sociale

Il Festival Alter-Nativo, organizzato dall’Associazione Communitas a Napoli dall’8 al 10 dicembre, si propone di esplorare il concetto di ‘Cura’ come parola politica, incentrando il primo giorno sulla tematica del ‘civismo come nuovo contratto sociale’.

Il presidente del Consiglio di Indirizzo e promotore del Festival, Felice Casucci, spiega che la ‘Cura’ comprende l’attenzione a sé stessi, ai territori e agli strumenti che collegano le persone ai territori per superare il senso di abbandono nelle aree urbanizzate e interne.

Il festival coinvolgerà numerose associazioni e organizzazioni no-profit attive nel territorio regionale, offrendo uno spazio di confronto e riflessione.

Dopo i saluti di Almerigo Pantalone,  Presidente Associazione Communitas, e l’introduzione di Felice Casucci, Presidente del Consiglio di Indirizzo e promotore del Festival, prevedono gli interventi di Pierangela Mottola AIL Benevento ODV, Giuliana De Lorenzo ANFSU Napoli, Giovanni D’Avanzo Associazione Terrae Abellanae, Tommaso Tartaglione Club per l’UNESCO di  Caserta, Anna Maria Iannicelli Associazione Codice Rosa, Pasquale Piantedosi Cusas Benevento, Massimiliano Molese eroi Normali, Apollonia Botticella Insieme per.aps,   Antonio Roberto Lucidi Altra Napoli EF, Anna Ceprano Legacoop Campania, Renato Briganti Manitese Campania, don Giuseppe Radesca Padula SACRA, Orazio Sorece sinalp, Giovanni Minucci Il Il Tulipano Coop. Sociale, interverranno anche diverse personalità, Maurizio De Giovanni, scrittore e presidente della Fondazione Premio Napoli.

La chiamata al confronto sulla tematica del civismo come nuovo contratto sociale avverrà l’8 dicembre alle ore 10:00 presso IAV-In Arte Vesuvio di via Nazario Sauro 23 a Napoli.

Gli interventi copriranno una vastità di argomenti legati al civismo e alla cura dei territori.

Sabato 9 dicembre sarà il turno della ‘Politica’, con la presentazione del libro ‘Vitam Instituere-Genealogia dell’istituzione’ di Roberto Esposito; la tavola rotonda su ‘Quale politica per lo sviluppo-Mezzogiorno e Mediterraneo’, preceduta dall’intervento musicale di M’Barka Ben Taleb.

Domenica 10 dicembre conclude il Festival ‘Arti Professioni Mestieri’: performance, exhibit, testimonianze.

La conclusione del festival sarà affidata a Maurizio De Giovanni, che sottolinea l’importanza della ‘cura’ come elemento fondamentale in ogni aspetto della vita. Egli descrive la cura come l’atto di prendersi cura di sé stessi e degli altri, una pratica che inizia con l’attenzione alla propria mente, al proprio corpo e alle proprie abitudini.

La cura si riflette nella creazione di una storia delicata e nell’ordinare la propria vita. Chi ha cura di sé stesso è in grado di apprezzare l’abbraccio degli altri, considerandoli un completamento nel percorso della vita.

La riflessione di De Giovanni sottolinea l’importanza della cura come atto d’amore, un elemento centrale nel tessuto della società e dell’esistenza umana.

I lavori saranno condotti da Salvatore Sannino, direttore IAV.

LA CURA

“In principio di ogni cosa c’è la cura: cura di sé stessi e cura degli altri.

Questo mi hanno insegnato, questo ho trasmesso. Non si può aver cura degli altri, se non si ha cura di sé stessi, della propria mente, del proprio corpo, delle proprie abitudini mettendole a soqquadro, di ciò che non è proprio. Pagina sulle pagine, da sfogliare lentamente.

Chi ha cura di sé stesso riordina, abilita, invera, scrive una storia delicata, ha nell’armadio i colori dell’arcobaleno, negli abiti i profumi della virtù. L’eco del cacciatore insegue la notte, sparando al fuoco che brucia il taglio del bosco.

Chi ha cura di sé stesso si circonda dell’abbraccio degli altri, non può fare a meno di loro, come un completamento del giro sui tornanti prima di arrivare in vetta. Affiora dalla dimensione ingrigita dell’esistenza un colpo ricorrente, superiore all’ascolto. Un colpo che significa vincersi e giovare.

Quell’atto d’amore noi lo chiamiamo la cura”.

Felice Casucci

(da ‘La rosa del diritto. Per un libro dei giorni tra vita, letteratura e diritto’, Napoli 2019)

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