Dal campo di calcio in cemento di San Vitaliano alla Serie A, brilla nel Futsal il fenomeno Emanuele Volonnino

“Sempre sentito diverso, sempre fuori luogo, sempre fuori moda, sempre col magone. Questa giungla mi ha reso duro”. Sono le frasi di una canzone di Geolier che ben rappresentano l’infanzia di Emanuele Volonnino, il numero 17 dello Sporting Sala Consilina. Un bambino che corre per le stradine del suo rione con il pallone incollato ai piedi. Una giovane promessa del Futsal, sicura di sé ma insicura del mondo. Un goleador micidiale che piange di commozione e di rabbia. Da un quartiere del napoletano alla Serie A, Emanuele Volonnino ha plasmato una carriera straordinaria che gli ha permesso di tagliare traguardi mai raggiunti prima. Questa, infatti, è la storia di un campione che ha sempre saputo fare gol nel momento più importante, in campo come nella vita. Senza smettere di migliorarsi, al di là di ogni critica. Un calcettista come pochi, che ha fatto delle difficoltà incontrate nella sua giovane vita, il suo punto di forza.

La sua infanzia, non è stata semplice, anzi tutt’altro, è stata segnata da tante difficoltà, ma fin da piccolo ha dimostrato dedizione e passione per il calcio partendo proprio dal suo rione, quello di San Vitaliano nel napoletano, con la squadra 219. Un campetto in cemento, “poco dolce” alle cadute di un bambino come Emanuele, piccolo ma allo stesso tempo già segnato dalla vita. Non erano certo le scarpette da ginnastica rotte a fermare la passione di Emanuele che tanto facevano arrabbiare e dispiacere la sua mamma.

Volonnino è stato sempre un combattente e ha lottato per seguire la sua passione. Nonostante l’impossibilità dei suoi genitori a poterlo sostenere in questa scelta, a 10 anni, da solo, si è iscritto ad un torneo di calcio, complice mister Vito Lombardi, il quale l’accompagnava a tutti gli tutti gli allenamenti e le domeniche mattine era sempre lì a sostenerlo nel gioco. Il suo impegno, la sua caparbietietà e la sua tenacia lo hanno portato a un torneo a Roma, dove ha vinto il premio di miglior giocatore, superando avversari di squadre prestigiose come la Roma, la Lazio e l’Inter. Emanuele era solo, ma non si è mai sentito solo. Aveva la sua passione e sapeva che la sua famiglia lo amava, anche se a causa delle difficoltà economiche non poteva essere presente come avrebbe voluto. L’esperienza a Roma lo ha spinto a fare un provino con la Fiorentina, ma i problemi familiari lo hanno costretto ad interrompere temporaneamente il suo percorso nel calcio. La sua famiglia aveva bisogno di lui ed Emanuele ha scelto di lasciare tutto per i valori che avevano sempre caratterizzato la sua vita, mettendo in pausa la sua passione che presto si sarebbe trasformata in una vera e propria carriera. Nonostante la responsabilità nei confronti della sua famiglia lo abbia reso maturo fin da piccolo, l’amore e la determinazione per il calcio sono sempre rimasti saldi.

Invitato da un suo amico, ha continuato a giocare, dedicandosi al calcio a 5. Dopo il primo allenamento con la squadra del Marigliano, in serie B, Emanuele si è subito distinto vincendo il campionato di under 17. Un fenomeno, proprio come uno dei suoi idoli Cristiano Ronaldo, che tanto ha in comune con lui: talento, vissuto e soprattutto la passione per il pallone, che lo ha spinto a diventare quello che oggi è: un vero e proprio campione. L’anno dopo Volonnino è approdato al Napoli, i successi non si sono fermati, nella città partenopea, ha vinto il campionato under 21 e anche lo scudetto. Le trasferte a Napoli non sono state semplici per Emanuele. Sempre solo con il suo borsone e le sue scarpette e l’aiuto di alcuni suoi amici e del direttore Sabatino Piccolo, è approdato al Futsal Sbarra dove ha vinto il campionato di Serie C2. La sua perseveranza lo ha portato a vincere numerosi campionati e a ottenere riconoscimenti importanti, come la vittoria della Coppa Italia di Serie C1 e il successo nei play-off per la Serie B. Qui l’incontro con quello che sarebbe stato il suo allenatore in Serie A Fabio Oliva, decisivo per la sua crescita professionale. Nonostante le offerte per giocare in squadre di serie superiore, come appunto la serie A, Emanuele ha preferito seguire il suo istinto e ha fatto una scelta coraggiosa, trasferendosi a Saviano per giocare in Serie C2. Tanti sacrifici ed una lunga gavetta. Ritornato a casa al Marigliano dell’allora presidente Angelo Egisto, il quale affezionatosi molto a quel ragazzino del rione napoletano, gli ha dato la consapevolezza che poteva fare grandi cose ed essere riconosciuto nel panorama del Futsal. Grazie anche ad un professionista come Tommaso Speranza, Emanuele oggi è quello che è: un grande calciatore dal cuore immenso e dalla tecnica rara. Un calcettista decisivo.

La sua determinazione e il suo talento non sono passati inosservati, e ha avuto l’opportunità di giocare per la Serie A2 con il Marigliano, portando la squadra alla vittoria e contribuendo al successo con il suo gol decisivo. La sua carriera è stata caratterizzata da sfide e sacrifici, ma con il sostegno di persone fidate e la sua costante dedizione, ha costruito un percorso di successi sportivi. La società del Marigliano è andata, poi, in fallimento e come tutti, anche Volonnino è stato costretto ad andare via per approdare al Lausdomini del presidente Ivan Orangers, uomo dalle grandi qualità umane, che ha creduto in lui e gli ha dato la possibilità di giocare con estrema libertà. Emanuele era forte, anzi fortissimo e incarnava lo spirito della squadra. La fiducia del mister e dei suoi compagni di squadra ha spinto Volonnino a dare il massimo, portando la squadra dal fondo della classifica in Serie A2. Una bella soddisfazione, insomma, per un bambino che era partito da un campo di calcio in cemento solo e con le sue scarpette da ginnastica rotte e logorate dai calci al pallone.

Successivamente, Emanuele ha intrapreso una nuova avventura con il San Giuseppe, vincendo il campionato di Serie A2. La stagione successiva, ha continuato a stupire tutti con il suo talento nel Benevento, circondato dall’affetto dei suoi compagni di squadra diventati poi suoi amici. Insieme, hanno raggiunto i play-off di Serie B. Il 2023 è stato l’anno delle soddisfazioni, l’anno in cui sono arrivati i frutti di tanti sacrifici, il riscatto di tanti pugni al muro e lacrime trattenute in quegli occhi che hanno imparato a far finta di essere duri. E’ stato l’anno in cui Emanuele ha aperto il suo cuore ai colori giallo verdi. E’ stato l’anno della vittoria del campionato di Serie A2, della Coppa Italia. E’ lo Sporting Sala Consilina, la sua nuova casa, la sua nuova famiglia. La sua persona, il suo numero di maglia sono diventati ad ogni partita un’esultanza per i tifosi gialloverdi. E’ un grido al suo nome EMANUELE VOLONNINO. Un popolo di tifosi che lo sostiene ad ogni match, lo stesso popolo sportivo che l’ha sostenuto in uno dei giorni più bui della sua vita: la morte del suo papà. Emanuele a solo due giorni dalla scomparsa del padre è tornato in campo, perché il suo papà avrebbe voluto così, e ha segnato quel gol che ha regalato la vittoria alla sua squadra contro il Verona. La sua mano al cielo per ringraziare il papà a cui ha voluto dedicare quella rete. Non la prima, ma sicuramente per Emanuele la più speciale. Volonnino è un calciatore da serie A, che a ad ogni partita fa la differenza. Un grande professionista ed una persona dalle qualità umane rare.  Oggi, si trova a giocare nella Serie A con lo Sporting Sala Consilina, dimostrando ancora una volta la sua capacità di adattamento e la sua abilità nel campo da gioco. Il suo percorso ha avuto alti e bassi, ma il suo impegno e la gratitudine verso coloro che hanno creduto in lui hanno contribuito a plasmare la sua carriera. Il suo sogno e la sua ambizione si sono tradotti in successi e riconoscimenti, ma ancor più importante è il suo rapporto con i tifosi e il legame speciale che ha sviluppato con la squadra e la società. Il suo viaggio nel mondo del calcio è stato segnato da sacrifici, successi e momenti speciali, e lui continua a lottare e a sognare, determinato a dare il massimo per la squadra e per i suoi tifosi. La sua storia è un esempio di resilienza, passione e gratitudine, e il suo impegno continua a ispirare coloro che seguono il suo percorso. Un percorso che oggi rende tanto orgogliosa la sua famiglia, alla quale Emanuele non si è mai risparmiato. Esiste un fuoco, nella storia dello sport, in grado di scaldare il cuore degli appassionati. Esistono atleti che, con le loro imprese, su quel fuoco hanno gettato secchiate di benzina. Alcuni, più di altri. E non è una questione soltanto di risultati, di qualità individuali. Bensì uno strano mix in cui le fragilità e le debolezze umane si intrecciano con il profilo performante del campione, che scende così al livello terreno, diventa di tutti. Azionando un meccanismo d’identificazione tipico del cinema: l’attore e lo spettatore, uniti dal filo invisibile dell’empatia. Anche nei film di fantascienza, anche davanti ad un fenomeno. E lui, Emanuele Volonnino è un esempio e un fenomeno che brilla nel Futsal italiano.

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