Sequestrati beni per circa 77 milioni di euro per attività illecite e fraudolenti di un’azienda di pulizie di

La Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Salerno, ha eseguito un provvedimento  di sequestro preventivo per un valore pari a circa 43 milioni di euro nei confronti di una società che operava nei servizi di pulizia, facchinaggio e logistica. A finire nei guai  un uomo operante all’interno della società al quale sono riconducibili attività illecite.

Le attività investigative, condotte congiuntamente dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Salerno e dalla Compagnia di Battipaglia,  avrebbero appurato che l’uomo si sarebbe avvalso di una serie di cooperative da cui avrebbe ricevuto, nel periodo compreso dal 2013 al 2019, fatture per operazioni inesistenti per circa 175 Milioni di euro, trasferendo in capo a quest’ultime gli obblighi fiscali, di fatto mai adempiuti, riferiti ai rapporti commerciali poste in essere con terzi clienti.

Lo scorso 13 dicembre era già stato eseguito, in tale ambito, il provvedimento di accoglimento parziale emesso dal Gip alla sede per un importo complessivo di 34 milioni di euro, per i reati tributari di dichiarazione infedele ai fini delle imposte sui redditi ed I.V.A., omessa dichiarazione, omesso versamento delle ritenute e dell’imposta sul valore aggiunto nei confronti delle Cooperative, non ritenendo, invece, sussistenti le ipotesi di false fatturazioni nei rapporti intercorrenti tra la  società in questione e le Cooperative.

A seguito dell’impugnazione del provvedimento di rigetto, il Tribunale del Riesame, però, ha condiviso quasi interamente, le originarie accuse della Procura, secondo cui gli indagati avrebbero conseguito un illecito profitto attraverso un duplice schema evasivo, trasformando così il costo del lavoro, come tale non sottoponibile ad I.V.A., in prestazione di servizi.

In un caso, ad esempio , le società cooperative assumevano direttamente l’incarico dal committente, utilizzando forza lavoro della società in questione, ma che, a breve distanza temporale, cessavano la loro attività, senza assolvere gli obblighi dichiarativi previsti. In altri casi, invece, la società, ottenuto l’appalto di servizio dal committente finale, lo avrebbe sub-appaltato alle cooperative, utilizzando forza lavoro posta alle sue dirette dipendenze, ma facendo risultare cartolarmente una prestazione di servizi soggetta ad I.V.A. fornita dal subappaltatore.La forza lavoro sarebbe rimasta, quindi, sempre riconducibile alla società che però sarebbe stata parte occulta dell’appalto stipulato tra cooperative e committente .

Questi  meccanismi fraudolenti avrebbero consentito di ottenere, oltre che un indebito risparmio fiscale, un vantaggio concorrenziale sul mercato, permettendo di applicare prezzi inferiori a quelli praticati da imprese operanti nello stesso  settore. Secondo il Riesame, quindi, tali condotte, sebbene in attesa di giudizio definitivo, rientrerebbero nei reati di dichiarazione fraudolenta mediante utilizzo di fatture false e mediante altri artifici.

Sulla base di questi dettagli, quindi, è stato disposto il sequestro per una somma complessiva di circa 77 milioni di euro. Oltre alla misura cautelare reale, inoltre, sono stati disposti gli arresti domiciliari a carico dell’uomo a capo della società. Il provvedimento è tuttavia subordinato all’eventuale conferma da parte della Corte di Cassazione del provvedimento del Tribunale per il riesame.

 

Ylenia Trotta 

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *