“Il carcere di Sala Consilina deve riaprire”. Il Tar guarda al futuro di un territorio, la Politica no

Quando un Tribunale deve dire cosa è migliore per un territorio vuol dire che chi governa pensa a interessi politici ma non dei cittadini. E analizzando la sentenza del Tar sulla chiusura del carcere di Sala Consilina che questo si capisce bene, benissimo. Si comprende bene, come la decisione “piovuta dall’alta” non sia servita a una economia nazionale ma soltanto a un depauperamento comprensoriale. Il Tar nelle pagine che accolgono il ricorso del Comune di Sala Consilina parla di territorio e di bene del territorio. Parla – semplificando – di diritto della giusta pena e di un servizio in meno da non togliere al comprensorio. Sembra – leggendo le motivazioni – un “discorso” politico di cosa sia utile a un territorio. Quando il termine “politico” guarda all’interesse collettivo. Un discorso mai fatto – sorge il dubbio – da chi ha deciso di tagliare servizi e presidi di Giustizia a occhi chiusi. Oppure a occhi ben aperti ma con lo sguardo verso un altrove che non è il Vallo di Diano. Non solo. Il Tar ha fatto emergere che il carcere deve esistere a Sala Consilina e che il governo deve garantire lavori e migliorie. Se non addirittura una nuova struttura penitenziaria. “L’istituto penitenziario – si legge – di Sala Consilina pur essendo di ridotte dimensioni presentava una capienza che poteva essere incrementata e per logica si sarebbe dovuto procedere al suo ampliamento piuttosto che alla sua soppressione. E’ ciò a maggior ragione in considerazione della disponibilità del Comune di consentire la costruzione di un nuovo carcere e addirittura a garantire a proprie spese all’adeguamento di quello esistente con incremento della capienza a oltre 50 posti”.

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *