Coronavirus in Campania, De Luca: “Situazione delicata, siamo la Regione più a rischio contagio”

“La situazione della Campania è delicata”. Lo sostiene il presidente della regione, Vincenzo De Luca, intervenuto in diretta Facebook per il consueto aggiornamento settimanale sulla situazione legata all’emergenza Covid.

“Nella settimana dal primo al 7 marzo l’indice Rt regionale era di 1,5 – riporta -, dall’8 al 14 marzo è salito a 1,65. Dobbiamo stare attenti”. Il governatore spiega che “siamo la regione più a rischio, avendo la maggiore densità abitativa d’Europa”, quindi “la facilità di trasmissione del contagio, soprattutto delle ultime varianti, è grande. Non possiamo scherzare o sottovalutare. Quello che dobbiamo decidere, va deciso, perché il primo valore è la vita da difendere”.

Guardando alla situazione delle strutture sanitarie, fa notare che “c’è ancora un numero alto di sintomatici”, tanto che a questi ritmi di contagio “servono ogni giorno 50 posti letto in più”. Finora, chiarisce, “reggiamo sia nelle terapie intensive che nelle degenze” e, “diversamente dal Piemonte, non abbiamo chiuso altri reparti”. Il presidente ha poi fatto il punto sulla campagna vaccinale. “In Campania abbiamo vaccinato 633mila persone con la prima dose e altre 211 mila con la seconda dose. Dobbiamo arrivare a 4 milioni e 600mila prime dosi entro la fine dell’anno per essere fuori dal calvario. Inoltre abbiamo completato la seconda dose per tutto il personale ospedaliero, un risultato strategico per avere ospedali sicuri”, ha reso noto.

Riferendosi poi alle varie categorie De Luca ha spiegato: “Abbiamo iniettato la prima dose al 73% degli over 80, circa 120mila persone. Altri 63mila hanno avuto la seconda dose. Per quanto riguarda le forze dell’ordine abbiamo vaccinato il 73%, circa 20mila persone. E siamo partiti con i pazienti fragili e gli ultra settantenni tra i 70 e i 79 anni con 2.000 persone già vaccinate. Per i fragili – ha detto – contiamo sulla collaborazione dei medici di famiglia ai quali chiediamo forte mano per vaccinare in tempi rapidi la categoria. Poi ci sono quelli con disabilità grave ai sensi della legge 104. Questa seconda categoria graverà essenzialmente su strutture pubbliche. Noi dobbiamo dare una corsia preferenziale alle due categorie che insieme rientrano nei fragili”.

“Ho mandato ieri una lettera al commissario Figliuolo perché abbiamo subito il mercato nero dei vaccini e la Campania deve avere, in relazione alla sua popolazione, 106mila vaccini in più”, ha fatto sapere De Luca, che ha anche chiesto che venga ripristinata, nel mese di aprile, una distribuzione equa delle dosi. “La popolazione campana rappresenta il 9,6% della popolazione italiana – ha argomentato – noi dobbiamo avere il 9,6% dei vaccini, nulla di più o di meno”. Una richiesta che, sottolinea, “faremo anche rispetto alle diverse tipologie di vaccino, perché anche su questo c’è stata una sperequazione”. “Stiamo lavorando anche per avere altri vaccini – afferma il governatore -, al di là di quelli distribuiti dal Governo in maniera sperequata. Spero di poter dare qualche notizia a brevissimo su un lavoro che stiamo facendo da quasi un mese per approvvigionarci di qualche milione di dosi di vaccino in più necessari per raggiungere l’obiettivo dei 4,6 milioni di prime dosi entro la fine dell’anno in Campania che è il nostro obiettivo”.

 

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Una risposta

  1. fusco antonio ha detto:

    ……ma non dovevamo essere la regione che per prima sarebbe uscita dalla pandemia?? Ormai le ciarle dello sceriffo campano sono senza vergogna. Ma come gli hanno insegnato i vari salvini, meloni, berlusca e grillo la colpa è sempre di qualcun altro, vero sceriffo??? Intanto nel vallo d diano le vaccinazioni proseguono a passo di lumaca, con orari ridotti e ferme nei fine settimana,. Invece si dovrebbe vaccinare , aprendo naturalmente altri centri e non uno solo, ventiquattro ore al giorno sette giorni su sette. Però non è possibile non far fare il fine settimana a medici e personale sanitario e stressarli con un lavoro pesante. Basterebbe stabilire dei turni ed arruolare infermieri al terzo anno di specializzazione, e medici con le mini lauree o specializzandi e obbligare i medici di famiglia a vaccinare. Ma sembra tutto troppo difficile, intanto gli anziani ed i deboli muoiono e forse alla fine è questo che si vuole.

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