“Speculazioni sul prezzo del latte”: il grido di allarme degli allevatori del Vallo di Diano

Prezzo del latte: grido d’allarme per gli allevatori del Vallo di Diano che questa mattina, riuniti a Padula in assemblea (nella sede del Consorzio di Bonifica Vallo di Diano), hanno incontrato il direttore di Coldiretti Salerno Enzo Tropiano. Gli allevatori denunciano speculazioni della filiera e chiedono un adeguamento del prezzo del latte, attualmente inferiore al costo di produzione, nonostante i contratti vigenti in Campania prevedano il prezzo minimo a 48 centesimi al litro e le quotazioni siano schizzate sopra i 50 centesimi in Germania e in Francia.
Per il direttore di Coldiretti Salerno “la filiera lattiero-casearia deve garantire una quotazione equa agli allevatori, che non vada solo a coprire i costi, ma offra la giusta redditività alle aziende, già colpite dagli effetti della pandemia, la crisi del comparto si è aggravata dopo il lockdown e con i costi di produzione schizzati alle stelle. E’ aumentato tutto: il prezzo del mangime per gli animali, le spese energetiche. Tutto tranne il prezzo del latte rimasto fermo a quasi trent’anni fa”.
“Oggi però una tutela c’è – afferma il direttore Tropiano – grazie alla legge da poco approvata in materia di pratiche commerciali sleali nei rapporti tra imprese nella filiera agricola e alimentare, fortemente voluta da Coldiretti, e che garantisce i nostri allevatori. Il prezzo del mais ha fatto registrare balzi in avanti tra il 50 e l’80 per cento, senza contare i costi energetici. Oggi per produrre un litro di latte i nostri allevatori spendono più di 40 centesimi al litro mentre lo stesso litro viene pagato dalle imprese di trasformazione in media 37-38 centesimi, dieci in meno rispetto ai contratti in Campania. Difficile far quadrare i conti in queste condizioni, tanto che il rischio è quello di perdere altri allevamenti nella nostra provincia. L’intervento sul prezzo riconosciuto ai produttori è l’unica soluzione per salvare il settore”.
Coldiretti Salerno ha istituito da subito un servizio di assistenza per le imprese per la sottoscrizione e la regolarità dei contratti, coordinato dall’avvocato Maria Ricchiuti, “unica strategia per salvare e rilanciare le stalle lasciando nelle tasche degli allevatori la giusta remunerazione, un’iniziativa – conclude Tropiano – che punta a garantire trasparenza, lealtà ed equilibrio nei rapporti

Una risposta

  1. fusco antonio ha detto:

    ….problema antico ! Ricordo gli scioperi selvaggi degli anni settanta con lo sversamento di intere cisterne di latte per strada . Una forma di protesta protezionistica adottata dagli allevatori di latte ai quali veniva pagato un prezzo del latte ridicolo. Vero è che furono sobillati , come al solito, da politici e sindacati senza scrupoli, che coltivavano interessi diametralmente opposti a quelli dei contadini, degli operai e degli allevatori. Qualcosa ottenemmo ma poi le conseguenze, come sempre, ricaddero sugli operai e sui lavoratori dei due soli stabilimenti esistenti nel vallo.: la Latte silla e la cirio.che furono costretti a chiudere e le maestranze licenziate per favorire la centrale del latte di salerno ed i politici ed i sindacati che la proteggevano. Fu comunque una battaglia memorabile per quei tempi.

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