Povertà e solitudine, l’analisi del parroco di Rione Cocuzzo a Potenza

A maggio saranno 25 anni a servizio della Chiesa. Questa settimana è Don Donato Lauria a parlare, presentandoci la Parrocchia “Maria SS. Immacolata” di Rione Cocuzzo, più comunemente conosciuto come Serpentone.

“La gran parte degli abitanti risiede in quello che è comunemente definito “il Serpentone”, in massima parte famiglie monoreddito, altre vicinissime alla soglia di povertà, altre ancora con un alto indice di povertà, moltissime sono attualmente le famiglie formate essenzialmente da pensionati soli o con figli a carico senza lavoro o con lavori a tempo determinato, saltuari o addirittura “a nero” – afferma il parroco – A fare da contrasto a questa realtà sono le cooperative che invece sono abitate da nuclei familiari più benestanti, ma nessuna, ma mio avviso, può definirsi “borghese” o “nobile” redditualmente. Il resto del quartiere è formato da famiglie anche giovani, la maggior parte di esse, però, con a carico figli unici.

“Il Quartiere, fin dalla sua nascita –spiega Lauria- e ancora negli anni 80 e 90, per le sue grandi dimensioni e per le difficili condizioni di vita dei suoi abitanti, era definito il Bronx, un “quartiere simbolo” del degrado delle periferie della città. Questo popolo di Rione Cocuzzo – afferma il parroco- ha sempre lottato per migliorare le condizioni di vita del quartiere e uscire dall’isolamento e ha fatto sentire la sua voce verso le autorità amministrative e politiche dalle quali il più delle volte si è sentito abbandonato. Oggi tante cose sono notevolmente cambiate, i suoi abitanti sono attori fondamentali di un processo di rinnovamento e riqualificazione; anche perché, per molto tempo, non c’è stato nessuno che lo facesse al posto loro”.

“La povertà continua a mordere, come confermano i recenti dati Istat –sostiene don Donato-  ed è su questo fronte che l’azione della Caritas parrocchiale e si è fatta da qualche anno più intesa e concreta. Qui i poveri si mimetizzano nel tessuto sociale. Ma non manca gente che bussa alle porte della chiesa con un approccio da bancomat e magari spende il denaro per futili motivi. Altra povertà, ben diversa –conclude il parroco di Cocuzzo- è quella della solitudine degli anziani”.

                                                                                                                                                              Antonella Sabia

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