Questa sera in onda su Rai 3 il film “Il ladro di giorni” con un attore di origini pollesi. Scopri chi

Questa sera andrà in onda su Rai 3 alle 21.20, il film Il ladro di giorni”, il quale vede nelle vesti di Salvo De Benedettis, un bambino di 12 anni, Augusto Zazzaro.

L’attore prodigio Augusto Zazzaro con origini pollesi nel film con Riccardo Scamarcio.

Il ragazzino napoletano, ma in parte anche pollese è stato co-protagonista de “Il ladro di giorni” girato nel 2018 anche a Marina di Camerota in Cilento, location magica per lo stesso Scamarcio il quale è rimasto meravigliato dalla bellezza dei meravigliosi luoghi che la caratterizzano.

Augusto è uno di quei ragazzi prodigi, mai stato dinanzi una macchina da presa, timido e riservato, cresciuto tra Napoli e Polla.

L’incontro tra il regista e Augusto Zazzaro è del tutto casuale: infatti, l’attuale co-protagonista e interprete del figlio di Scamarcio, aveva accompagnato al provino un suo amichetto.

Notato per le sue caratteristiche fisiche e fisionomiche, è stato scelto al termine dei provini con gran stupore da parte dello stesso Augusto, dalla mamma Emma, il papà Alberto e il fratello Enrico.

Il periodo delle riprese è stato abbastanza faticoso sia per Augusto il quale ha dovuto saltare anche la scuola per essere presente alle riprese ma anche per i genitori, i quali si sono divisi tra casa, lavoro e set, ma allo stesso tempo si sentivano felici perché negli occhi di Augusto c’era tanta gioia.

Trama del film

Il ladro di giorni” è un film, già proiettato al cinema, e tratto dall’omonimo libro di Lombardi, edito da Feltrinelli nel 2019 e già soggetto vincitore del “Premio Solinas” nel 2007, il film si presenta come melodramma tinto di noir, nei terreni della ‘gangster story’, ma resta soprattutto, come ribadisce l’autore, un’opera che guarda al rapporto padre-figlio ed al loro processo di conoscenza e ri-conoscenza.

 

Un po’ romanzo di formazione, un po’ road movie, Il Ladro Di Giorni, diretto da Guido LombardiRiccardo Scamarcio, racconta la storia del piccolo Salvo interpretato da Augusto Zozzaro che dopo anni ritrova suo padre Vincenzo De Benedettis (Scamarcio), appena uscito di prigione. Così, per recuperare quei giorni persi, partono insieme verso il Sud, facendo riemergere vecchi segreti nascosti.

 Augusto: “Sul set mi sono sentito a casa”

«Mi sono divertito tantissimo. Il rapporto con Riccardo è stato molto particolare, sul set eravamo complici. Poi c’era Guido  che mi spiegava in maniera precisa quello che dovevo fare e Marco Gianfreda che ogni mattina prima di andare sul set veniva da me per leggere insieme le scene. E’ stata davvero una bella esperienza»

Rispetto al romanzo, che si concentra più sulle sensazioni di Salvo, la trasposizione cinematografica ha il suo focus nella figura di questo strano padre, autoritario e vendicativo, ma, sotto la superficie rozza, umano. Un lavoro con al centro lacrime e melodramma che ha attirato subito l’attenzione dell’attore, toccato personalmente dalla vicenda.

Scamarcio: “Un cinema di pirati”

«le dinamiche che s’instaurano tra padre e figlio sono ancestrali. Ho perso mio padre poco tempo fa e quando ho letto la sceneggiatura ero fresco di questo lutto, questo lavoro mi ha aiutato a metabolizzare. Talvolta, per chi fa il cinema a livello professionale succede che i film si allineino ai tuoi stati d’animo. È stato bello mettere in luce tutto questo, anche perché è molto raro che se ne parli, soprattutto al cinema: spesso infatti c’è molto pudore tra padre e figlio, perché si è “maschietti” e ci si vergogna a mostrarsi affettuosi. È un’incomunicabilità atavica, con questi corpi che difficilmente si toccano ma che lasciano trapelare grande amore. In Italia poi è difficile fare film in cui si può piangere.»

Padre e figlio ma non solo: la macchina che scorre attraverso l’Italia equivale per i due a una scoperta, e Vincenzo capisce che suo figlio non è solo un bambino inconsapevole ma un «alleato, un socio».

Un percorso di conoscenza vissuto anche davanti alla macchina da presa dal duo formato da Riccardo Scamarcio e dal giovane esordiente Augusto Zazzaro, che si sono trovati insieme in quest’avventura, riuscendo a dar vita a questa coppia «un po’ picaresca», come li definisce Lombardi.

Narrazione del film “Il ladro di giorni”

Il ladro di giorni ha anche i suoi momenti di profondità e di libertà, quando riesce a cogliere il punto schizofrenico, tra un’altra assurda educazione criminale e la complicata riscoperta degli affetti e delle responsabilità. Ma, come si diceva, tutto ha una logica.

“La narrazione di Lombardi – come si legge su alcuni siti web – vuol trasmettere, vuol essere cartesiana, intrecciare ascisse e ordinate, far quadrare i cerchi. Vuole trovare una forza poetica per pura combinazione di funzioni, suggestioni letterarie e cinematografiche, giochi di incastri e colpi di scena. Ma l’intreccio finisce per tessere una trama troppo soffocante sulle intenzioni del film, finendo per togliere respiro anche alle derive sulla strada e alle alchimie tra Scamarcio e il suo giovane coprotagonista, Augusto Zazzaro. Doveva essere un salto nel vuoto, ma alla fine il meccanismo, la costruzione, finisce per essere una rete di protezione troppo grande e ingombrante.”

MA SARA’ VERO? Lo scopriremo solo vedendo il film questa sera.

 

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2 risposte

  1. fusco antonio ha detto:

    …..UNA BUONA COSA E LO VEDRO’ VOLENTIERI INVECE DI INEBETIRMI APPRESSO AI CARLO CONTI E BALLANDO CON LE STELLE FORMAT DI PESSIMA QUALITA’ E INDECENTI CHE PERO’ RISPECCHIANO PURTROPPO UN PESSIMO PAESE CHE LI SEGUE.

  2. fusco antonio ha detto:

    ….non male scamarcio e superlativo il suo giovanissimo partner. Mi aspettavo qualcosa in più, ma io sono un vecchio adoratore del cinema e la mia bocca è abituata ai sapori di un cinema che oggi è difficile da ripetere. Comunque una buona cosa e spero che rai tre mi dia la possibilità insieme a tanti, guardate che non tutti siamo ebeti che guardano vespa, costanzo, la durso, la de filippi e frattaglie simili, di godere buone trasmissioni e film. D ateci buone cose, di spessore e per menti pensanti.

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